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RISCHIANO LA SQUALIFICA DYBALA, SARRI E I CALCIATORI DELLA JUVENTUS CHE HANNO FIRMATO GLI ACCORDI SUGLI STIPENDI OGGETTO D’INCHIESTA DA PARTE DELLA PROCURA? SECONDO IL "CORRIERE DELLO SPORT" NO. L’IPOTESI È IL RAGGIRO DEI CALCIATORI E IN QUESTO CASO NON CI SARA’ ALCUNA SQUALIFICA. IL PUNTO DIRIMENTE È LA BUONA FEDE. I TESSERATI CONOSCEVANO L’OPERAZIONE CHE LA JUVE AVEVA IN MENTE? NEL PROCESSO SPORTIVO L’ONERE DELLA PROVA È DELL’ACCUSA ED È LA PROCURA FIGC CHE DOVRÀ DIMOSTRARE L’EVENTUALE “DOLO” IN CAPO AI TESSERATI - LA VERSIONE DI ZILIANI


Rischiano la squalifica di un mese i calciatori della Juventus che hanno firmato gli ormai celebri accordi sugli stipendi che sono oggetto d’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Torino? Parrebbe di no, almeno secondo quanto scrive il Corriere dello Sport.
In queste ore di apparente tranquillità, la procura di Giuseppe Chiné sta ascoltando diversi atleti, mentre spulcia sms e messaggi WhatsApp, visiona le chat di gruppo e ricostruisce incontri e testimonianze. Il castello accusatorio contro il club, a una prima lettura, sembra poter reggere.
Riguardo i calciatori, invece, dipende tutto dalla loro consapevolezza. I vari Szczesny, Bonucci, Cuadrado, Rabiot e McKennie, ma anche atleti non più in rosa (si parla ad esempio di Dybala, Arthur e Bernardeschi) conoscevano l’operazione che la Juventus, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto in mente? Oppure ritenevano soltanto di rinunciare allo stipendio accettando di riprendere i soldi nella nuova stagione?
Nel processo sportivo l’onere della prova è dell’accusa ed è la procura Figc che dovrà dimostrare l’eventuale “dolo” in capo ai tesserati; se non lo farà, come sembra, vanno considerati assolti. In caso contrario, gli atleti rischiano fino a 1 mese di squalifica. In procura si danno tempo fino alla fine di febbraio per chiudere le indagini (con proroga), ma l’ipotesi della “complicità” dei tesserati la considererebbero al momento remota.
Anzi, dalle parti di via Campania si parla di «possibile raggiramento» dei tesserati; mentre prende piede la tesi accusatoria dei nuovi contratti siglati insieme alla rinuncia degli stipendi, ma depositati a mesi di distanza dalla loro firma. La procura riscontrerebbe una violazione delle NOIF, oltre che dell’art. 31 (“illecito amministrativo”) con l’aggravante dell’art. 14 comma 1 lettera C (“per aver indotto altri a violare le norme”).
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