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Virginia Zullo per Dagospia
Girovagante nel suo loft nel quartiere romano di San Lorenzo, Pietro Ruffo, 37 anni, lunga barba e magrezza ascetica, appare un filosofo piuttosto che uno dei più giovani e quotati artisti italiani.
Tra cartine geografiche e volatili di ogni tipo che si aggirano sulla superficie dei suoi lavori, colui che stato applaudito come l’erede di Alighiero Boetti sta mettendo a punto “Breve storia del resto del mondo”, una mostra alla Fondazione Puglisi che inaugurerà il prossimo 2 aprile a Catania.
Laureato in architettura, tutto nelle sue opere parla di armonia e spazialità, come nell’arte giapponese dove la progettazione di un giardino, servire il the, fare un’opera d’arte o anche fare l’amore, è legato a un tentativo di trasformare se stessi attraverso la creazione.
Elemento ricorrente nelle sue opere sono gli spilli e quando si accenna ad una dimensione sartoriale del suo lavoro, sorride soddisfatto, il suo lavoro è simile alla costruzione di un abito di haute couture che necessita di ore ed ore di lavoro.
La libellula è il suo animale feticcio che “svolazza” su tutti i suoi quadri: “Perché - dice Ruffo - si muove velocemente e in varie direzioni ed è anche un insetto che ha vita breve, per me è un simbolo di libertà”.
Perché ti interessa tanto la libertà?
Per me la libertà è uscire da noi stessi. Mi interessa perché libertà è un concetto importante, è una parola così bella e così tragica, ogni guerra è fatta in nome della libertà. Sono stato a studiare alla Columbia University ed ho molto amato il pensiero di Isaiah Berlin che distingue tra due forme di libertà, una positiva e una negativa, la prima è collettiva e legata all’azione la seconda è individuale ed ha proprietà transitiva un essere liberi da…
Sul tema della libertà ho ideato molti lavori tra cui ‘’Liberty House’’, un’opera a cui sono particolarmente legato dove sulle pareti di una immaginaria casa ho inciso la poesia di Khalil Gibran dedicata alla libertà.
La tua idea di arte?
Per me l’arte è una ricerca incessante. Non sono certo l’artista folle che si alza di notte e d’impeto fa un’opera, c’è molta riflessione nei miei lavori, forse anche qualcosa di vagamente maniacale ed ossessivo. Ho il desiderio di superare i limiti, le sfide mi appassionano.
FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO CATANIA PIETRO RUFFO BREVE STORIA DEL RESTO DEL MONDO ARAB SPRING
A cosa stai lavorando ora?
Sono attratto da questioni geopolitiche e storiche, sto lavorando ad un’opera sul tema delle migrazioni. Ci sono uccelli in volo, trattenuti e sollevati dalla superficie da spilli da sarta che attraversano la mappa terrestre, il mondo intero, sorvolando su personaggi antichi. La geografia è una gabbia verso cui ci muoviamo, lo spazio è la ossessione.
FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO CATANIA PIETRO RUFFO BREVE STORIA DEL RESTO DEL MONDO GALLERIA DEGLI ATLANTI DETTAGLIO
Pietro Ruffo
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