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Stefano Boldrini per la Gazzetta dello Sport
Il Tamigi a poche centinaia di metri, lo stadio Craven Cottage a un passo, viuzze dove alle tre del pomeriggio gli istruttori insegnano ai bambini le regole del codice stradale. Si apre la porta della casa londinese di Ranieri. «Come va, ragazzo?». Claudio è in forma: beviamo un caffè rigorosamente italiano e nel salotto si parla di calcio e di vita per un' ora.
Ranieri, com' è stare lontano dalla panchina?
«Un inferno. Dicono che allenare e lavorare sia uno stress, ma per me è proprio il contrario. Mi sento un leone in gabbia».
Arsène Wenger una volta disse: «Per un allenatore non stare in panchina è un po' come morire».
«Con tutti gli scongiuri del caso, mi pare un' immagine pertinente. Sono nel calcio dai tempi delle giovanili con la Roma. Il lavoro per me è vita».
Il primo a chiamarla dopo l' annuncio del suo arrivo al Fulham?
«José Mourinho. Grande uomo. Grande allenatore. Grande personaggio».
Domani incrocia Maurizio Sarri: Chelsea-Fulham, il derby della Londra ricca.
«Sarri è davvero in gamba. L' ho seguito qualche giorno a Cobham. C' è grande studio alle sue spalle, belle intuizioni, un' enorme passione. Quando ci siamo incontrati mi ha ricordato un episodio dei tempi di Firenze, oltre vent' anni fa. Mi invitarono a una riunione di tecnici e Sarri volle conoscermi. Mi chiese di poter seguire qualche allenamento della Fiorentina. Gli risposi che non c' era alcun problema, ma che avrebbe dovuto visitare qualche collega di Serie C perché i nostri allenatori sono bravissimi anche nelle serie inferiori».
Una cosa in comune con Sarri?
«La gavetta. Lui è arrivato più tardi. La mia fortuna è stata Cagliari. Il triplo salto dalla C alla A rappresentò la svolta della carriera. Cagliari mi emoziona ancora perché fu il mio trampolino di lancio. Non ci sarebbe stata Leicester senza Cagliari».
Leicester: prima una storia straordinaria, poi un' immane tragedia.
«Se penso alle volte che sono salito su quell' elicottero, mamma mia! Non avrei mai pensato di tornare a Leicester per un lutto così profondo. Quando contattai il club per andare a deporre una corona di fiori allo stadio, il figlio del presidente mi disse "Voglio esserci anche io. Per la nostra famiglia la tua presenza è speciale"».
Che cosa le ha dato Leicester?
«Mi ha fatto sentire l' allenatore del mondo. Mi hanno scritto da tutte le parti del pianeta».
Ripensa mai a quei giorni?
«Sono abituato a guardare avanti. Ci ripenso quando vedo qualche filmato e quando me ne parlano. E allora tornano le emozioni».
Che cos' è l' emozione per Ranieri?
«È la molla della vita quotidiana. Io sembro una persona controllata, ma dentro di me le emozioni sono spesso fortissime».
L' ha emozionata ritrovare la Premier?
«Sì. Volevo tornare, ma è stato giusto staccare per qualche tempo con un' altra esperienza. Nantes è stata una bella opportunità. Ora sono qui e darò tutto me stesso per salvare il Fulham».
Lo salverà?
«Il percorso sarà duro e difficile, ma sono sicuro che ce la faremo. La squadra ha una buona base. Dobbiamo solo correggere qualcosa».
Che cosa?
«La fase difensiva e l' approccio generale. Con i calciatori sono stato chiaro: voglio gente che corre e lotta».
L' ambiente?
«Ottimo. C' è passione ed entusiasmo. Il presidente Shahid Khan è un vulcano. I baffi alla Salvator Dalì lo rendono ancora più simpatico».
Domani il Chelsea, mercoledì il Leicester: in quattro giorni incrocerà il suo passato.
«Il Chelsea mi ha introdotto nel calcio inglese. A Leicester abbiamo realizzato un' impresa straordinaria. Due gare piene di sentimenti, ma devo pensare alla classifica».
Le partite della sua carriera che vorrebbe rigiocare?
«Monaco-Chelsea, semifinale di Champions League, e le due partite con il Livorno nella stagione del secondo posto con la Roma. Non fu la sconfitta con la Sampdoria a toglierci lo scudetto, ma i punti persi con il Livorno».
Il Manchester City resta la squadra inglese più forte?
«È la migliore, senza dubbio. Poi c' è il Liverpool, però mi sfugge qualcosa: fortissimo in Inghilterra, improvvisamente fragile in Europa dopo la finale di Kiev».
Liverpool-Napoli, spareggio per entrare negli ottavi di Champions: che cosa si aspetta?
«Ancelotti ha dato subito un' impronta all' ambiente. Il Napoli ha acquistato sicurezza, ma ora deve superare uno scoglio difficilissimo. L' Anfield trasforma il Liverpool. È questo il vero problema per il Napoli: l' effetto Anfield».
Anche l' Inter si gioca la qualificazione nell' ultima giornata.
«Ho visto la gara contro il Tottenham. L' Inter ha incassato il gol quando sembrava fatta.
Pochettino ha giocato bene le sue carte: gli inserimenti di Eriksen e Son sono stati decisivi».
La Juventus con Cristiano Ronaldo è considerata la favorita per la Champions League.
«Ronaldo ha dato una spinta emotiva fortissima. Acquistare un giocatore come lui, che vuole essere sempre il migliore, trascina il resto del gruppo. Inserirlo nel contesto Juventus è stata un' intuizione magistrale. I bianconeri stanno davanti a tutti perché sono guidati da una grande società con gli orizzonti allargati».
Le avversarie della Juve in Champions?
«Real, Barcellona e Manchester City. E poi l' Atletico di Simeone, una squadra italiana che gioca in Spagna...».
claudio ranieri vince con il leicester 9
L' insegnamento di un calciatore come Ronaldo?
«Cristiano è un esempio per tutti quei talenti che pensano di poter vivere di rendita grazie alle immense qualità donate loro da Madre Natura. Avere talento non basta. Bisogna coltivarlo. Anche i pianisti più dotati trascorrono intere giornate ad allenarsi».
L' esibizione di Andrea Bocelli allo stadio di Leicester per celebrare il titolo regalò un pomeriggio da brividi.
«Mi chiamò a Pasqua e mi disse "Voglio venire a festeggiare anch' io. Sento che sta per compiersi qualcosa di straordinario". Fu davvero una giornata indimenticabile».
Sapeva della malattia di Gianluca Vialli?
«No, non ne ero a conoscenza.
Sono rimasto sconcertato. Un abbraccio fortissimo e un enorme incoraggiamento».
claudio ranieri al tempo del catanzaro
Siamo in tempi di spread.
«Sono preoccupato, come milioni di italiani».
Brexit, populismi, divisioni: tempi duri per l' Europa.
«Da cittadino del mondo dico che un progetto come l' Europa resta una bella visione. Sono stati commessi errori, ma tornare indietro sarebbe un errore».
Un tema che le sta particolarmente a cuore?
«L' effetto serra. Stiamo sconvolgendo il pianeta. L' umanità dovrebbe porsi una domanda: "Che mondo lasceremo ai nostri nipoti?"».
Il crollo del ponte Morandi?
«Mi ha colpito profondamente, non solo per le dimensioni e l' assurdità della tragedia ma perché è il simbolo di quello che è diventata l' Italia».
Che cosa siamo diventati?
«Una brutta squadra in cui ognuno gioca per conto suo. Dove può arrivare una squadra in cui non esiste più il concetto di squadra?».
Si contestano anche i vaccini.
«Una follia. Ci siamo dimenticati dei tempi in cui circolavano malattie come la poliomielite».
Com' è Roma vista da Londra?
claudio ranieri con la moglie rosanna
«È una profonda tristezza. Una città millenaria e di una bellezza unica ridotta in quelle condizioni. Le responsabilità sono generali, non solo delle istituzioni. Anche i cittadini di Roma hanno colpe profonde. Chiediamoci una volta nella vita non che cosa debbano fare per la nostra città, ma che cosa potremmo fare noi per aiutare Roma».
CLAUDIO RANIERI GIOVANNI MALAGOclaudio ranieri vince con il leicester 21claudio ranieri vince con il leicester 6claudio ranieri vince con il leicester 4claudio ranieri vince con il leicester 22claudio ranieri vince con il leicester 10claudio ranieri vince con il leicester 5claudio ranieri vince con il leicester 7CLAUDIO RANIERI DAL PROFILO INSTAGRAM DELLA FIGLIA
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