“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
1 - LO SCANDALO INFINITO DELLA FIFA: “TANGENTI A PARTIRE DA FRANCIA ’98”
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Dopo Blatter, i Mondiali in Qatar e Russia. L’inchiesta americana sulla corruzione della Fifa si allarga e punta ora sui meccanismi per l’assegnazione dei Campionati 2018 e 2022. Al punto che, secondo il sito Buzzfeed, i leader del comitato organizzatore del Qatar hanno ricevuto dai propri avvocati il consiglio di non andare negli Usa, perché rischierebbero l’arresto. Anche l’Interpol si è mobilitata, per emettere un’allerta rossa relativa a 6 dei 14 incriminati ancora a piede libero.
La ministra della Giustizia americana Loretta Lynch, i procuratori e l’Fbi avevano detto subito che «l’inchiesta è solo all’inizio». Nella fase preliminare le indagini si erano concentrate sui cittadini americani coinvolti, come il vice capo della Concacaf Chuck Blazer, sui reati commessi nel territorio nazionale e su aziende e banche coinvolte. Ieri però la Corte americana ha rimosso il segreto sugli interrogatori fatti allo stesso Blazer nel 2013: «Io e altri membri dell’esecutivo Fifa abbiamo accettato soldi in occasione dell’assegnazione dei Mondiali di Sudafrica 2010.
il Qatar si aggiudica i mondiali
Sapevo che i fondi coinvolti arrivavano da tangenti, abbiamo usato bonifici, mail e telefonate per effettuare il pagamento e nascondere la natura della tangente». E ancora: «Personalmente ho veicolato fondi non ufficiali per la scelta delle sedi dei Mondiali dal 1998 al 2010», quindi Francia 1998, Corea-Giappone 2002, Germania 2006 e Sudafrica 2010. In ballo anche i relativi diritti tv.
INCHIESTA BOOMERANG
Tutto era partito dall’inchiesta che la Fifa aveva commissionato all’ex procuratore americano Michael Garcia, per verificare eventuali irregolarità proprio nell’assegnazione dei Mondiali in Russia e Qatar. Quando Garcia aveva presentato le 350 pagine di rapporto, il governo globale del calcio si era autoassolto, ma così aveva provocato la sua reazione.
Garcia aveva girato il documento ai colleghi della procura di New York e all’Fbi, per verificare gli eventuali reati commessi nel territorio o attraverso strutture americane. Era inevitabile, dunque, che dopo la fase dedicata ai crimini più vicini a casa, come la corruzione del capo della Concacaf Jack Warner per favorire il Sudafrica nel 2010, si passasse alle informazioni raccolte da Garcia su Blatter, il Qatar e la Russia.
Qualche tempo fa il Times di Londra aveva consegnato un dossier al Parlamento britannico, in cui denunciava la macchina della corruzione messa in moto dal Paese arabo per sconfiggere avversari potenti come gli stessi Usa. Le loro informazioni parlavano di milioni di dollari per comprare i voti dei delegati Fifa. Le autorità del Qatar hanno negato tutto, ma secondo le fonti sentite da Buzzfeed solo lo sceicco Mohammed bin Hamad bin Khalifa Al Thani, capo del comitato organizzatore, sarebbe immune dall’arresto perché viaggia con passaporto diplomatico: tutti gli altri capi rischiano di essere fermati, se mettono piede in America.
POSSIBILE CAMBIARE SEDE?
L’indagine sull’assegnazione dei Mondiali viaggia di parallelo con quella sullo stesso Blatter, inquisito, che avrebbe promesso al Qatar di proteggerlo se il capo dell’Asian Football Confederation, Mohamed bin Hammam, si fosse ritirato dalle elezioni per la presidenziali della Fifa nel 2011. Questo ramo dell’inchiesta, secondo l’agenzia Reuters, riguarda anche la Russia. Del resto proprio Blazer, quando era andato per conto dell’Fbi alle Olimpiadi di Londra, aveva registrato di nascosto le conversazioni avute col direttore del Comitato organizzatore dei Mondiali 2018, Alexey Sorokin. Il cerchio si stringe intorno ai primi incriminati.
L’Interpol infatti ha sollecitato l’aiuto di tutti i Paesi per l’arresto di Jack Warner (ex presidente Concacaf, accusato di aver preso una tangente da 10 milioni di dollari dal Sudafrica), Nicolàs Leoz, Alejandro Burzaco, Hugo Jinkis, Mariano Jinkis e José Margulies. Gli Usa vogliono processarli ma soprattutto sperano di avere altre informazioni per inchiodare Blatter e scoprire nuovi reati: a questo punto non è escluso che la Fifa sia costretta a cambiare le sedi dei Mondiali 2018 e 2022.
2 - VALCKE, IL NUMERO 2 TRA AFFARI, GAFFE E LA FERRARI DI CRUIJFF
Fabio Monti per il “Corriere della Sera”
G li avversari sostengono che la passione di Jérome Valcke non è il calcio, ma il potere, insieme con le Ferrari (bianche), compresa quella che era stata di Cruijff. Nato a Parigi il 6 ottobre 1960, quattro lingue parlate con disinvoltura, Valcke è diventato segretario della Fifa il 27 giugno 2007, due settimane dopo le sorprendenti dimissioni di Urs Linsi. Non male per chi era partito dalla Prefettura di Parigi, prima di diventare produttore di spettacoli.
Quando inizia a lavorare per Canal+, si dedica alla rassegna stampa notturna, poi diventa il responsabile dei servizi sportivi, finché convince Pierre Lescure, proprietario della tv, a creare Sport+, società per commercializzare i diritti tv. È la svolta, in una avventura con più di un episodio controverso. Nel 2001, Lescure e Valcke vogliono riacquistare la Isl, la società che aveva diritti televisivi e di marketing per i Mondiali 2002 e 2006 e che era fallita. Blatter non ci sta e crea Fifa marketing; la tensione fra i due è alta, come certificano due lettere del presidente, ma all’improvviso a giugno 2003, Valcke viene assunto come direttore marketing della Fifa, perché «uno così abile è meglio averlo con noi».
Nel 2006, uno degli sponsor dal 1990, MasterCard accusa Valcke di non aver rispettato una clausola del contratto, che lo impegna alla priorità di rinegoziazione. Il 7 dicembre, la Fifa viene condannata dalla Corte di giustizia di New York a pagare 90 milioni di euro di danni; Blatter è furente e licenzia Valcke, ma lo riassume sette mesi dopo. Decisivo è l’intervento del nipote di Blatter, Philippe: Valcke ottiene un incontro con il presidente, nel quale gli viene assicurato che, passata la bufera, tornerà in Fifa con un incarico ancora più importante. C’è chi dice che abbia nel cassetto un dossier sul presidente, ma «chi lo pensa, è fuori strada perché significa non conoscere Blatter».
world cup 2018 jerome valcke 7
Nel 2005, Valcke è già stato ascoltato come testimone perché Sport+ aiuta il Paris S.G. negli ingaggi, pagandone una parte sotto forma di diritti tv. Nel 2007, Valcke aiuta Ricardo Texeira a preparare il dossier per la candidatura del Brasile al Mondiale 2014, anche se da segretario Fifa avrà scontri verbali violenti con il Comitato organizzatore («non state facendo niente»). Quando torna in Fifa, diventa il n. 2 a tempo di record. Valcke dirige 400 persone, dimostra grandi capacità organizzative e mette sul tavolo di Blatter contratti sontuosi. Anche quando scivola su gaffe clamorose («meglio organizzare il Mondiale in Stati poco democratici»), resta inattaccabile. E si sente ancora intoccabile: «Le accuse? Io non c’entro; non me ne vado».
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