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“LA CONFERENCE LEAGUE LA ROMA L'HA VINTA ALLA MOURINHO” - SCONCERTI: “È UN GRANDE PASSO AVANTI DI QUESTA SQUADRA. È UN SUCCESSO SU CUI COMINCIARE UN FUTURO. C'È UNA MATURITÀ COMPLESSIVA CHE COMINCIA A FARSI PROGETTO. LE BASI SONO LA SERIETÀ DELLA PROPRIETÀ E LA FORZA INDOMITA, A VOLTE ECCESSIVA, DI MOURINHO. C'ENTRA POCO IL CALCIO ITALIANO, NON È UNA RESURREZIONE, È UNA STORIA QUASI PRIVATA, PERSONALE. DI UNA CITTÀ, DI GIOCATORI, DI UN GRANDE TECNICO…”
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Non è stata una bella partita, ma è stata una grande vittoria. Questa Coppa è all'esordio, difficile valutarne la profondità. Siamo abituati a un altro tipo di notti europee. Ma come spesso le finali, anche questa è stata soprattutto tattica. La Roma l'ha vinta alla Mourinho, niente concesso al palleggio, molto tattici anche gli uomini di talento come Pellegrini e Abraham, ma una forza di gruppo intensa e una chiave di gioco molto precisa. La chiave sono stati i tre difensori centrali, la vera scoperta di Mourinho in questa stagione. Al di là degli avversari è difficile segnare a questa Roma quando è dentro la partita.
Né il Leicester in semifinale, né il Feyenoord sono riusciti a creare qualcosa di vitale. E quando il Feyenoord c'è riuscito, ha trovato i pali della porta. Una Roma umile, anche affannata, spesso con l'ombra della stanchezza addosso, ma sempre dentro la vittoria. Il risultato è meritato, il percorso totale della Conference è stato deciso, forte, soprattutto dopo la deriva autunnale nell'estremo nord della Norvegia.
È un grande passo avanti di questa squadra dai tifosi oceanici e una confusione di fondo che ne smorza sempre il rumore. Questo è un successo su cui cominciare un futuro. C'è una maturità complessiva che comincia a farsi progetto. Le basi sono la serietà della proprietà e la forza indomita, a volte eccessiva, di Mourinho, il carisma terribile che mette insieme da solo gli scalini di una squadra che non gioca meglio di un anno fa, ma è molto più un complesso, un collettivo.
Credo che l'intera stagione della Roma, non formidabile, quasi normale per la squadra di Roma, abbia finito per aprire una strada. Il calcio non vive solo di realtà, serve a immaginare. La Roma di Mourinho e dei Friedkin è andata adesso oltre l'emozione. Questa Coppa, qualunque cosa sia, è realtà, un salto in avanti che da tanto tempo mancava. C'entra poco il calcio italiano, non è una resurrezione, è una storia quasi privata, personale. Di una città, di giocatori, di un grande tecnico. Ma è una storia che comincia, non è finita a Tirana.
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