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JUVE, C'È POCO DA STARE ALLEGRI - SCONCERTI: "LA SOSTITUZIONE DI MORATA CON MANDZUKIC E’ STATO L’ERRORE DI ALLEGRI" - MURA: “LA DIFFERENZA L’HA FATTA LA PANCHINA: DETERMINANTE QUELLA DEL BAYERN CON L’EX BIANCONERO COMAN E ALCANTARA. ININFLUENTI I CAMBI DI ALLEGRI”

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1 - UNA SCONFITTA DA GRANDE SQUADRA

Gianni Mura per “la Repubblica”

 

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Così brucia davvero, così è troppo per una squadra, la Juve, che per settanta minuti ha giocato in modo quasi perfetto. Sembrava di rivedere, a parti invertite, la partita dell’andata. La squadra di casa annichilita, incapace di proporre un’azione decente, e quella ospite a fare tutti i comodi suoi.

 

Nel primo tempo, una Juve immensa, tanto più tenendo conto delle assenze: Chiellini, Marchisio, Dybala, un pilastro per ogni settore, non tre giocatori qualunque. Aggiungiamoci Mandzukic in panchina piuttosto acciaccato. Essenziale, veloce, con una concentrazione feroce, la Juve dalle parti di Neuer sfonda che è una bellezza.

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Due gol, bellissimo quello di Cuadrado, il possibile 2-0 annullato a Morata per un fuorigioco inesistente, un’altra grande occasione sciupata in chiusura da Cuadrado. Solo Juve. Il guaio è che per bloccare il Bayern bisogna correre molto e alla lunga ci si ritrova col fiato corto. Così, si può dire che la differenza l’ha fatta la panchina.

 

Determinante con Coman, ex Juve, e Alcantara quella del Bayern. Ininfluenti (Mandzukic, Pereyra, Sturaro) i cambi quasi obbligati per Allegri. È un 4-2 bugiardo, la Juve è stata raggiunta a 3 minuti da un traguardo che, sul piano del gioco, avrebbe meritato di raggiungere. Il terzo gol ha determinato un’esclusione su cui si potrà discutere a lungo, ma raramente, in tempi recenti, una squadra italiana si è espressa su un campo di un’avversaria molto forte con la personalità della Juve.

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Non è bastato, per un pelo.

Resta la soddisfazione, amara, di aver segnato due gol su azione manovrata, rasoterra, mentre i gol del Bayern, i primi due, sono arrivati su colpi di testa, là dove doveva essere il punto debole del Bayern. Qui è la fine, diceva un tweet poco spiritoso del Bayern. Effettivamente, per quest’anno qui è la fine, per la Juve, ma c’è modo e modo di essere eliminati. La Juve esce a testa alta, e anche per questo è una sconfitta che brucia.

 

2 - UN SOLO ERRORE, MA ERA DIFFICILE POTER CHIEDERE DI PIÙ

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

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Persa una partita quasi incredibile. La mossa decisiva è stata l’uscita di Morata per Mandzukic ai due terzi di gara, qualcosa che avrei fatto anch’io al posto di Allegri, ma sarebbe stato un errore lo stesso. La Juve vinceva in quel momento 2-0, Allegri cercava forza per tenere il pallone. Il risultato è stato togliere a un’ipotesi di gioco tutto il contropiede, quindi regalare al Bayern tutta la sua metà campo. A quel punto alla Juve restava solo la difesa. Sembrava il tempo giusto, un ragionamento anche corretto, ma ha messo la partita in una chiave sola.

 

Il Bayern ha avuto fortuna, ha segnato all’ultimo minuto regolamentare, ha tirato davvero in porta solo nei due gol, entrambe di testa, cioè occasioni di mischia non di vero gioco, e quasi solo d’inerzia muscolare ha ripreso una partita che aveva nettamente perso fino a quell’istante.

 

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La Juve esce dalla Champions in fondo a una partita quasi perfetta. Difficile poterle chiedere di più. Ha preso i due gol del pareggio quasi soltanto per stanchezza, nessuno che è riuscito a saltare su Lewandowski e Muller, le gambe appesantite da una resistenza che era diventata troppo stretta. Ma è davvero incredibile perdere così dopo aver fatto bene quasi tutto contro un Bayern perfino stupito dalla chiarezza dell’avversario.

 

Restano le assenze forti di Dybala e Marchisio, alla fine soprattutto quella di Chiellini, ma resta anche una gestione non ideale della partita, forse dovuta alla forza di un avversario che sembrava ormai soffocato, quasi incapace di tirare in porta ma sempre a un passo dall’area della Juve.

 

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Questo è il punto di fondo: quanto è stato insistente il Bayern e quanto ha buttato via la Juve. Io scrivo a freddo, la Juve giocava in diretta, aveva il diritto di essere stanca. Ma rimane un rumore di fondo, come quando si scatena la pioggia e dopo il piacere di un sorso umido ci si scopre ormai bagnati fradici. Bastava seguire i tetti, capire un attimo prima, fidarsi della partita che si era fatto fino a quel momento. La Juve esce senza aver capito fino in fondo né la partita né chi era davvero più forte tra lei e il Bayern. E alla fine è troppo duro anche il punteggio, troppo chiaro, non reale. La vecchia cortina sommersa da sei gol in due partite, quasi a caso, quasi occasionali. No, non è credibile. Ma è vero.

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