DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Massimo Calandri per “la Repubblica”
Banconote trafugate nei sacchi della spazzatura. Biglietti farlocchi bruciati al termine delle gare. Parenti, amici, persino il maestro di golf, con un incarico nella MotoGp, il circo di Carmelo Ezpeleta. E poi, quella “strana” società olandese che avrebbe dovuto dirigere un business da paura ma non aveva neppure un impiegato, un telefono fisso, un indirizzo di posta elettronica.
La denuncia per “delitti contro l’azienda pubblica” è stata depositata ieri all’Audiencia Nacional di Madrid. Che dovrà decidere entro due settimane. In serata la Dorna respinge le accuse con un duro comunicato:
“Dorna non è a conoscenza dell’esistenza di una denuncia presentata contro di essa né contro Ezpeleta o qualcuno dei suoi amministratori. Con Bottero abbiamo già avuto in passato ragione in tribunale”.
IL PERICOLO FUGA
Il documento è di 20 pagine. Nell’ultima si chiede la “prison provisional” per Carmelo Ezpeleta Peidrò «data la gravità, la reiterazione dei fatti e il concreto pericolo di fuga, visto che Ezpeleta viaggia in paesi dove non esiste estradizione». Le firme in calce sono di Pier Carlo Bottero, imprenditore piemontese, e di Manos Limpias. Il cui segretario generale, Miguel Bernad Remon, insiste: «Arrestatelo, o almeno ritirategli il passaporto».
14 PAESI SOTTO CONTROLLO
La “pastilla”, la chiama Bernard, parlando di centinaia di milioni di euro in ballo: «Tributi non pagati, riciclaggio di denaro». In passato gli esposti di Manos Limpias hanno fatto vittime illustri come il marito dell’Infanta Cristina, figlia del Re di Spagna, al centro di un’inchiesta per corruzione e falso.
«La storia di Don Carmelo è scandalosa e chiara». Bernard è convinto che ci sia la sua ombra in tutti i paesi (14) che ospitano le gare del mondiale. «Di sicuro a Valencia, Barcellona. E Jerez, naturalmente».
SCANDALO JEREZ
La pista andalusa è già stata oggetto di una denuncia di Manos Limpias, che parla di biglietti dalla doppia numerazione per occultare parte dell’incasso («3.671.397 euro solo nel 2013»), e di matrici «bruciate al termine della gara», citando articoli di giornali locali secondo cui «le banconote sarebbe state trafugate nascoste in sacchi della
spazzatura».
MISTERO AD AMSTERDAM
«Attraverso Dww si è commessa una frode importante», scrive Pier Paolo Bottero, 52 anni, a capo di Sel, società che fino al 2014 si occupava dei trasporti della MotoGp. «Un contratto da 570.000 euro a stagione: Sel fattura 13,5 milioni l’anno e fa parte di un gruppo (Arcese) che ha un bilancio da 800 milioni.
Questo per chiarire che non si tratta della vendetta per la chiusura di un rapporto». Bottero racconta di quello strano obbligo di fare riferimento formale alla Dww di Amsterdam. «Una società che pareva una scatola vuota.
Alla Dorna ci dicevano di non preoccuparci. Non volevamo essere complici, e non ci hanno rinnovato il contratto ». Sostiene Miguel Bernard che i giorni di Ezpeleta alla Dorna siano contati: «Perché anche Dorna è una vittima, e i suoi proprietari (il fondo di investimento Bridgepoint) non credo vogliano continuare a fidarsi di lui».
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