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Claire Levenson per “Slate.fr”
particolare giudizio universale
Diversi storici concordano nel dire che i pittori Michelangelo, Leonardo da Vinci, e forse Caravaggio, erano omosessuali. I Musei Vaticani sono pieni delle loro opere e il tour operator italiano “Quiiky”, specializzato nel turismo LGBT, da novembre, propone visite volte ad esplorare il modo in cui la sessualità degli artisti ha influenzato la loro arte.
«Davanti all’affresco del Giudizio Universale, nella Cappella Sistina, le nostre guide mostrano i due uomini in alto a destra che si abbracciano per celebrare l’ascensione al Paradiso» spiega il direttore dell’agenzia Alessio Virgili al “New York Times” «Nell’antica Grecia e nell’antica Roma l’omosessualità era praticata apertamente. Tramite studi approfonditi, con storici e critici, sappiamo che succedeva anche nel Rinascimento, così abbiamo deciso di rivelare quegli aspetti che vengono omessi nelle visite tradizionali. Per capire gli artisti, bisogna studiare la loro vita privata. Ad esempio Michelangelo era un devoto cattolico e gay, tormentato dal senso di colpa e da conflitti interiori».
corpi della cappella sistina
guide gay friendly in vaticano
All’epoca di Michelangelo molti critici avevano ritenuto che il Giudizio Universale, con quell’abbondanza di corpi nudi, sembrava più l’estetica dei bagni pubblici che un dipinto religioso. Qualcuno avrebbe addirittura preferito sbarazzarsene. Dopo la morte del pittore, alcuni glutei e organi genitali furono pudicamente coperti dall’artista Daniele da Volterra.
Secondo la storica d’arte Elena Lazzarini i corpi rappresentati nel Giudizio Universale erano stati ispirati da omosessuali e prostitute che Michelangelo aveva incontrato nelle «stufe», una sorta di bagni turchi simili a bordelli: «Una stufa aveva molte stanze dove ci si spogliava e si facevano bagni caldi o massaggi. E poi c' erano le stanza appartate, luoghi di promiscuità e prostituzione femminile e maschile. I personaggi che vanno all’Inferno e che salgono in Paradiso si ispirano ai manovali muscolosi e virili che Michelangelo aveva visto lì».
Esiste anche la visita gay-friendly di Milano, dove le guide spiegano la relazione fra Leonardo Da Vinci e il suo discepolo Salai, usato come modello per rappresentare San Giovanni Battista a L’Ultima Cena. Le guide che parlano dell’influenza dell’omosessualità degli artisti sulle opere non hanno alcun accordo formale con il Vaticano, ma non hanno nemmeno ricevuto lamentele. Grazie alla tolleranza di Papa Francesco, i turisti LGBT sono aumentati.
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