VIDEO-CAFONAL DEL BUTTON DOWN - A ROMA ARRIVA BROOKS BROTHERS, IL MARCHIO FETICCIO DEI LUPI DI WALL STREET (E DEI PARLAMENTARI ITALIANI)

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Flavia Fiorentino per il "Corriere della Sera"

«Volevo il romano, non m'interessa il turista cinese o coreano». Così Claudio Del Vecchio, presidente e proprietario di Brooks Brothers non si è fatto «distrarre» da chi gli offriva prestigiose location in piazza di Spagna o via Condotti: ha atteso cinque anni e alla fine è riuscito ad aprire il primo flagship della capitale in piazza in Lucina, il «salotto di Roma», appunto, a due passi dal Parlamento.

Il brand icona dell'american style ha trovato casa in un palazzo storico dov'è stata ricreata, con l'uso di legno e cotto, l'accogliente atmosfera tipicamente british che caratterizza il negozio inaugurato ieri. «I romani sono clienti affezionati, politici, professionisti, ma anche ragazzi giovani - ha raccontato Del Vecchio, giunto nella capitale dagli Usa dove vive da 32 anni - tra gli italiani sono forse i più fedeli: arrivano a New York per comprarsi le camicie anche con la lista degli amici, questo negozio è dedicato a loro».

Nessuno può capirli meglio del presidente e proprietario del gruppo, fin da giovane appassionato di camicie botton down e di quello stile «preppy» tanto caro all'upper class americana: dopo tanti anni da appassionato cliente, nel 2001 ha deciso che Brooks Brothers sarebbe diventato suo.

Era un momento difficile per il brand che, acquisito nel 1988 dai grandi magazzini Marks & Spencer, aveva un po' perso il suo planetario appeal. Fiutando le enormi potenzialità di rilancio, Claudio, figlio di Leonardo, presidente di Luxottica, in poco più di dieci anni ha quintuplicato il fatturato portandolo dai 200 milioni di dollari al momento dell'acquisizione (per 225 milioni) al miliardo e 100 milioni del luglio 2013. «Ho pensato che solo puntando sulla qualità con cui si era sempre identificato, questo marchio storico, che ha vestito 39 presidenti americani, da Abramo Lincoln a Barack Obama, potesse risollevarsi».

«Nel 2001 Brooks Brothers aveva due vecchie fabbriche, una per le cravatte a New York e l'altra nel Nord Carolina per le camicie, che stavano per chiudere - aggiunge Del Vecchio -. Ho deciso d' investire in tecnologie, macchinari innovativi e ho comprato un'altra fabbrica in Massachusetts».

L'idea non è mai stata quella di «innestare» il made in Italy nel look tipicamente americano «ma sicuramente il mio Dna italiano è sempre stato un buon consigliere nella scelta dei tessuti, dei tagli, delle linee sartoriali». Oggi il primo mercato del brand restano gli Stati Uniti con 600 monomarca (outlet compresi) e dove, nello storico store su Madison avenue, a settembre aprirà il primo ristorante «griffato», con il nome «Makers and Merchants», la scritta che si trova abitualmente nell'etichetta delle cravatte.

L'Europa vale il 5% del fatturato globale con 40 milioni di euro di cui 20 in Italia dove ci sono tre monomarca: Milano, Roma e Bologna. Da qualche anno è stata lanciata la linea Black Fleece disegnata da Thom Browne rivolta ai giovani (18-32 anni) dai costi più contenuti. Ma anche le collezioni «donna» hanno sempre più successo e ormai rappresentano il 20% dell'universo Brooks Brothers.

 

 

Giancarlo Cremonesi e Claudio Del Vecchio Arthur Wayne con la mascotte Nicoletta Romanoff Nicoletta Romanoff Giorgio Pasotti e Claudio Del Vecchio Montezemolo Daniele Pecci Joshua Kane