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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Andrea Arriga per Dagospia
Francesco Persili per Dagospia
Tira più il marchio Baricco o un pelo di Kate Moss? Per ascoltare lo scrittore piemontese discettare sull'«irruzione dirompente» nel mondo del fashion della ragazza londinese «che ha fatto invecchiare di 10 anni le altre top model» si raduna al teatro Palladium un circolo pickwick di radical chic e groupie devote che senza battere ciglio pagano 20 euro per infliggersi 90 minuti dell'affabulatore-performer nella prima delle sue Lectures dedicata al Gusto, e a Kate Moss.
«E' il professore che ho sempre sognato di avere», sospira una sbariccata, «mi sono innamorata di lui leggendo â'Novecento'' e il mio sogno è quello di frequentare la Holden», la scuola di scrittura e storytelling di Alessandro Straricco che nell'anno del ventennale riaprirà in versione maxi nel prossimo ottobre.
Lo scrittore torinese sta lavorando a tempo pieno su questo, ha stretto una partnership con il gruppo editoriale Feltrinelli (quota del 49% della socità ) e ha deciso, pur dichiarandosi onorato della proposta, di rifiutare la candidatura nel listino blindato del Pd in quota Matteo Renzi. «Il Parlamento non è un luogo da cui scappare ma la questione, nel mio caso, è più semplice: ho scelto di impegnarmi, insieme a tanti altri, sul nuovo progetto della scuola». Dall'Holden all'Holding, il passo è breve.
Non si fa mancare nulla Baricco le cui lezioni romane vengono trasmesse in streaming live su repubblica.it e, poi, su Sky arte ed Effe tv. Anche la divulgazione diventa business mediatico. Investimento sul proprio marchio. Per misurare l'effetto di ricaduta basta osservare lo sguardo estatico e la fedeltà costi quel che costi con cui i suoi lettori-spettatori accompagnano gli slanci narrativi sugli "strappi" improvvisi nel sentire collettivo e le conferenze colte che l'affabulatore sabaudo tiene sulla voce «tridimensionale e stonata» di Maria Callas e i video di Fosbury «che con il suo salto in alto illogico e pericoloso a Città del Messico nel '68 rivoluziona l'atletica leggera».
Un cambiamento d'epoca. Come accade nell'estate del '90 con Kate Moss. Prima di salire in cattedra sul palco, Baricco trova il tempo per accendersi una sigaretta e srotolare con Dagospia la storia di quella ragazza cresciuta nel sobborgo londinese di Croydon che grazie alla copertina sulla rivista fighetta The Face (The 3rd Summer of Love) con annesso servizio fotografico realizzato da Corinne Day spalanca un mondo nuovo.
Quella sedicenne ritratta su una spiaggia a sud di Londra «con i denti sbagliati, una specie di frittata in testa e le smorfie tipiche di chi cerca riparo dalla luce» fa invecchiare di colpo Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Cindy Crawford e determina nel mondo nella moda quello che nella musica ha segnato l'avvento di Mozart, e nella pittura la pennellata degli impressionisti. Un cambio di paradigma.
Letti sfatti e maglioni larghissimi, magrezza para-anoressica e male di vivere: Kate Moss diventa l'icona selvaggia e maledetta dello stile grunge. E nel giro di pochi anni musa di fotografi e stylist. Protagonista di una «rivoluzione veloce», chè «la moda viaggia sempre veloce», la modella inglese incarna i caratteri della modernità liquida teorizzata da Bauman fino a diventare un fenomeno sociale e politico, addirittura, mito di esportazione della Cool Britannia di Tony Blair.
Non può mancare un accenno alle primarie del Pd in cui lo scrittore si è molto speso per il sindaco di Firenze. «Sì, ho avuto tempo», si schermisce. Lo farà anche con Bersani? «Spero che il Pd vinca e naturalmente mi pronuncerò in questo senso come ho fatto già per Renzi». Ormai per aspettare le rivoluzioni bisogna guardare il mondo della moda. In fondo, anche Kate Moss è stata una rottamatrice.
In questo frullato patinato di fashion e feticci, modelle e riviste di moda, Baricco una volta seduto in cattedra sul palco si scalda guardando il pubblico in stato Kate-tonico che lo segue senza fiatare: «Bello stare in silenzio a guardare le gnocche sulle copertine, vero?»
Nessuna risposta, in fondo è meglio così. «La conoscenza non è possedere risposte ma dimorare nei paesaggi delle domande». à questo, in fondo, il core business del marchio Baricco. Volatilità estetizzante ma rendimenti certi.
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