
DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ…
Leonardo Martinelli per la Stampa
Mai dire mai: quante volte Stéphane Richard, amministratore delegato di Orange, ha detto che «mai e poi mai» il suo gruppo, operatore telecom dominante in Francia, si sarebbe lanciato nella produzione di contenuti. Mai sarebbe stato interessato (diceva) a Canal+, la pay tv, appunto produttrice di contenuti media. O al conglomerato Vivendi, controllato da Bolloré, cui appartiene Canal+.
E tantomeno a Telecom Italia, di cui Vivendi detiene il 23,9%. Mai dire mai, perché ora l' ad di Orange si sta rimangiando tante cose. E un possibile risiko francese fra media e telecomunicazioni potrebbe avere riflessi sul dossier Mediaset Premium, al centro di una battaglia fra Vivendi (Bolloré) e i Berlusconi.
Giovedì Richard l' ha finalmente detto chiaro e tondo: «Se Canal+ fosse in vendita, Orange sarebbe interessata» e «molte ragioni giustificherebbero l' alleanza». È venuto fuori che, anche se non si può parlare di un vero negoziato, i due uomini, Richard e Bolloré, s' incontrano da mesi. E ieri si sono inviati ulteriori messaggi per giornale interposto.
Segnali sui giornali
Secondo fonti vicine a Richard, citate da Le Monde, «l' ad di Orange vorrebbe prendere una partecipazione minoritaria o anche maggioritaria in Vivendi» che controlla la pay tv, «ma non desidera che Vivendi entri nel capitale di Orange», anche perché, aggiungono le malelingue, quando Bolloré entra, mai si limita a un ruolo da gregario.
Ieri, invece, «Le Figaro», citando fonti vicine al magnate, indicava che punterebbe a un progetto più ambizioso per Orange e Vivendi, con un sistema di partecipazioni incrociate (ipotesi peraltro smentita da Vivendi, citata da Bloomberg, secondo cui la stessa Vivendi non è parte di potenziali colloqui tra Orange e Canal+). Quale interesse per un progetto comune?
Innanzitutto per controbattere il rivale di entrambi, l' operatore Sfr, dell' imprenditore Patrick Drahi, che sta portando avanti un' offensiva proprio sui contenuti (sport, cinema e fiction).
Dossier complicati
bollore de puyfontaine assemblea vivendi
Una fusione tra i due mondi, telecom e media, appare ormai inevitabile. È certo che Bolloré non vuole vendere e basta. Non solo: tutti a Parigi credono che entrambi gli interlocutori vogliano mettere dentro la trattativa pure la quota di Vivendi in Telecom Italia (potrebbe costituire la contropartita con cui Bolloré entrerebbe in Orange).
Sì, ma cosa succederà dell' acquisto di Mediaset Premium (poi ripudiato) da parte di Vivendi? Su quel fronte siamo alle carte bollate. Un' operazione Orange-Vivendi-Telecom Italia potrebbe spingere Bolloré a cercare di liquidare una volta per tutte il dossier Premium e a desistere. Oppure, come indicano alcuni analisti parigini, soprattutto sulla spinta di Orange e della sua fame di contenuti, tirerebbero dentro anche la pay tv italiana e i Berlusconi.
GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO
Marco Rosini (Direttore Commerciale Mediaset Premium) - Franco Ricci (AD Mediaset Premium) – Pier Silvio Berlusconi (Vice Presidente e Amministratore Delegato Mediaset) - Yves Confalonieri (Direttore
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