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IN GINOCCHIO DA TRUMP – SUI DAZI BRUXELLES VA VERSO LA RESA TOTALE: PENSA ANCHE DI RINVIARE LE POCHE CONTROMISURE CHE AVEVA STILATO E POI CONGELATO, CHE DOVREBBERO SCATTARE LUNEDÌ – TUTTO QUESTO MENTRE IL “COATTO DELLA CASA BIANCA” TIENE SULLA GRATICOLA L’EUROPA, BORSE INCLUSE, CON LA FAMIGERATA “LETTERA” PRONTA A PARTIRE, E IMPONE TARIFFE AL 35% AL CANADA – SICURI CHE LA STRATEGIA DI “APPEASEMENT” DELLA COMMISSIONE SIA QUELLA GIUSTA?

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Estratto dell’articolo di Francesca De Benedetti per “Domani”

 

DONALD TRUMP CON IL LIBRONE DEI DAZI

[…] Dopo che Donald Trump ha annunciato, nella notte di giovedì, l’invio di una lettera con l’imposizione di dazi all’Ue «nelle prossime ore», le borse europee hanno chiuso in negativo, e peggio di tutte quella di Milano (lascia a terra l'1,1 per cento).

 

Quanto a Bruxelles, a finire a terra è il morale della Commissione europea: fino a mercoledì, il portavoce al Commercio dichiarava che «non risulta che arriverà una lettera». Questo venerdì mattina ha constatato invece che tutto dipende da come Washington si sveglia.

 

donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada

Trump sta mettendo pressione sia all’Ue che al Canada, alla quale la lettera è arrivata giovedì, con dentro la minaccia di dazi al 35 per cento da agosto. Sia Bruxelles che Ottawa hanno puntato su un accordo ritenendolo imminente: l’Ue ha focalizzato le speranze su questa settimana, il Canada si è dato come obiettivo il 21.

 

[…]

 

A mezzanotte di lunedì scade il rinvio delle contromisure che l’Ue aveva preparato in risposta ai dazi trumpiani su acciaio e alluminio, e che aveva congelato dopo il Liberation Day, cioè dopo che si era aggiunto pure un dazio generalizzato su tutto l’export.

 

donald trump - forza dazio - immagine generata dall intelligenza artificiale

La Commissione aveva giustificato l’operazione-freezer con la volontà di negoziare; tuttavia in tutto questo tempo ha continuato a subire quei dazi Usa su acciaio e alluminio, e il raggiungimento di un accordo di massima non azzererà i dazi generalizzati. Tantomeno lo farà una lettera, che stando a Trump «vale come accordo» poiché contiene l’imposizione di una quota.

 

Dunque questo venerdì pomeriggio – mentre informava gli ambasciatori che un accordo non era chiuso e che aspettava la Casa Bianca, lettera o patto che fosse – la Commissione avrebbe potuto sfruttare la data del 14 luglio – in cui le contromisure, scongelate, diventano attive – per fare pressione sul tycoon. Invece ha fatto l’opposto: ha messo in conto preventivamente di congelarle ulteriormente.

 

Per usare le parole esatte della Commissione, «prolungheremo la sospensione se necessario, mentre continuiamo a puntare a risultati positivi nelle interlocuzioni con gli Usa». Si è già visto dove porti, con Trump, l’accondiscendenza: se non bastassero i suoi affondi a un’inerme Ue, ce lo ricorda la lettera contro il Canada, dato che di recente il premier canadese aveva cancellato la tassa sul digitale pur di riprendere i negoziati.

 

[…]

 

donald trump e la guerra dei dazi

Da quando la guerra dei dazi è stata sferrata – unilateralmente – dalla Casa Bianca, non si conta un solo accordo vero e proprio, cioè legalmente vincolante.

 

Neppure l’accordo di principio stretto in primavera tra Regno Unito e Usa – diventato ormai un parametro di confronto anche per l’Ue – lo è: quello che la Casa Bianca ha presentato l’8 maggio come «il raggiungimento di un deal commerciale storico» porta in realtà all’ultimo punto, come una controindicazione in fondo a un bugiardino, l’avvertimento che «gli Usa o il Regno Unito possono porre fine a questo assetto informandone per iscritto l’altra parte» (magari con un post su Truth?).

 

ursula von der leyen e i dazi - vignetta by osho

Sempre questo «accordo storico» (sic) esplicita che «sia gli Usa che il Regno Unito riconoscono che il documento non costituisce un accordo legalmente vincolante». Anche l’accordo di massima tra Ue e Usa non sarebbe diverso: interpellata sul punto, la portavoce di von der Leyen si era trincerata dietro un «non possiamo sapere se sia legalmente vincolante finché l’accordo non c’è».

 

[…]

 

Negli ultimi tempi l’amministrazione trumpiana ha dovuto fare retromarcia: dai 90 accordi è passata a prospettarne una dozzina. No, Trump non ha fatto la pace in 24 ore come diceva, e neppure 90 accordi in 90 giorni di guerra commerciale, pare.

URSULA VON DER LEYEN E JD VANCE A PARIGI - FEBBRAIO 2025