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RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER
DAGOREPORT
Sono giorni tesi ai piani alti di Rcs. Giorni di contatti, mediazioni, confronti, scontri sotto traccia. In ballo ci sono la conferma dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, il rinnovo del consiglio d’amministrazione e la scelta di un nuovo direttore per il Corriere della Sera.
Il più attivo è John Elkann, primo socio con poco meno del 20% e ansioso di portare sotto il suo pieno controllo il gruppo editoriale. Il giovane presidente della Fiat ha avuto un incontro con Matteo Renzi due giorni prima del Salone di Ginevra, ai primi del mese.
sergio marchionne Harald Wester e john elkann
Un incontro nel corso del quale il premier gli ha chiesto che intenzioni avesse sulla conferma di Scott Jovane, che divide parecchio i soci (a cominciare da Intesa, Della Valle, Cairo ed eredi Rotelli). Elkann non ha risposto subito, ma lo ha fatto pubblicamente due giorni dopo da Ginevra dicendo che l’attuale Ad sta lavorando benone.
Ma la partita che sta a cuore a Renzi è quella del direttore del Corriere. Il capo del governo non sopporta più di essere punzecchiato da Ferruccio De Bortoli e non vede l’ora che sia fatto fuori. Per la sua successione gli andrebbero benissimo tanto Antonio Polito (“In passato mi ha anche criticato, non possono dire che sia mio…”) quanto Mario Calabresi della Stampa. Elkann si è riservato di decidere, ma in ogni caso farà felice il premier, anche su consiglio di Sergio Marchionne.
Antonio Polito MARIO CALABRESi
Certo, Elkann e Marpionne che offrono la direzione del Corriere al presidente del Consiglio ricordano tanto quella volta che Della Valle e Montezemolo volevano fare lo stesso cadeaux a Berlusconi premier e avevano pensato a Carlo Rossella (ma Bazoli e Geronzi si misero di mezzo).
CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA
Questa volta però l’omaggio ha ampie possibilità di andare in porto, anche perché i papabili sono già tutti renziani. E a proposito di renziani, a Elkann è stato consigliato nei giorni scorsi di guardare anche il curriculum di Claudio Cerasa, trentaduenne brillante al quale Giuliano Ferrara ha sbolognato un paziente in condizioni disperate come il “Foglio”. Il nome di Cerasa fa sorridere gli altri soci, ma intanto Elkann ci ha pensato seriamente per qualche giorno. E questo rende bene l’idea del marasma.
Sempre alla voce “boatos”, ma questa volta sul fronte Bazoli-Della Valle, girano anche le ipotesi di una direzione affidata al condirettore Luciano Fontana, uomo-macchina di De Bortoli, oppure all’eterno Paolo Mieli, che sarebbe al secondo ritorno. Il nome di Mieli però rimbalza anche per la presidenza, dove al momento è in vantaggio Maurizio Costa, uomo Mondadori ma anche capo della Fieg e ritenuto unanimemente un professionista lontano dalla politica.
E a proposito di Diego Della Valle, colpisce il suo assordante silenzio su tutta la partita. Lo scarparo di Casette d’Ete si è riavvicinato a Bazoli, anche perché per i suoi indebitatissimi treni di Ntv ha un dannato bisogno di avere buoni rapporti con Banca Intesa. E per le sue missioni diplomatiche manda avanti l’amico Urbano Cairo, che ha il 3% della società (Della Valle ha l’8%).
L’editore de La7 nei giorni scorsi ha provato l’affondo contro Scott Jovane proponendo a Elkann la promozione di Maurizio Scanavino, che oggi è direttore generale della nuova Itedi (Stampa e Secolo XIX), ma che in passato si è fatto apprezzare da Cairo come capo della concessionaria Publikompass. Scanavino è uomo dei fratelli Elkann al cento per cento, ma non è passato lo stesso. Il presidente della Fiat insiste su Scott Jovane.
Intanto, con la scadenza a fine mese per la presentazione delle liste per il cda, bisogna fare attenzione anche alla Borsa. Nell’ultimo mese il titolo ha perso l’11%, ma i movimenti sul titolo sono incessanti e alcuni fondi si stanno riposizionando. In particolare, ci sono investitori vicini a Elkann e a Della Valle che prevedono battaglia e stanno comprando titoli sui quali sono convinti di fare robuste plusvalenze quando lo scontro entrerà nel vivo.
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