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CHI TROVA TRUMP, PERDE UN TESORO – IL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO AMERICANI VOLA AL 5,15%, A UN SOFFIO DAL 5,17% CHE SEGNEREBBE IL RECORD NEGATIVO DAL 2007. FATALE IL DECLASSAMENTO DA PARTE DI MOODY’S E L’APPROVAZIONE DEL MAXI-TAGLIO FISCALE VOLUTO DAL TYCOON, CHE ALZA DI 4MILA MILIARDI DI DOLLARI IL TETTO AL DEBITO USA – IL “FINANCIAL TIMES” DICHIARA MORTO L’ECCEZIONALISMO AMERICANO: “SEMBRAVA UNA CERTEZZA CHE LE AZIONI USA AVREBBERO CONTINUATO A SALIRE, SPINTE DAL NUOVO PRESIDENTE. CINQUE MESI DOPO, QUELLA NARRATIVA È CROLLATA…"
MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP
NUOVO SCIVOLONE TREASURIES USA DOPO TAGLIO TASSE TRUMP
(ANSA) – I treasuries americani riprendono a scivolare, col rendimento del trent'anni volato a un soffio dal 5,15%, a brevissima distanza dal superamento del 5,17% che segnerebbe il massimo dal 2007.
Sul mercato, con un'intonazione decisamente negativa anche per le Borse, pesa il decreto fiscale voluto da Trump con vigorosi tagli delle tasse che alza di 4.000 miliardi di dollari il tetto al debito Usa.
La corsa dei rendimenti americani trascina quelli dei bond di altri mercati, a partire dal Giappone ma con ripercussioni anche in Europa dove il Btp, pur con uno spread contenuto, ha toccato il 3,68% dal 3,63% di ieri.
WALL STREET: APRE DEBOLE DOPO PRIMO OK LEGGE FISCALE
(AGI) - Avvio debole e in ordine sparso per Wall Street dopo l'approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti della legge fiscale di Trump.
Nei primi scambi il Dow Jones perde lo 0,12% a 41.809,74 punti, lo S&P 500 e' piatto a 5.846,58 punti e il Nasdaq segna +0,03% a 18.875,49 punti.
CRISI DEL DOLLARO - ECONOMIA AMERICANA
La Camera ha approvato di misura il nuovo disegno di legge fiscale del Presidente Trump, che dovrebbe ampliare il deficit di bilancio di quasi 3 miliardi di dollari nel prossimo decennio e include un aumento di 4.000 miliardi del tetto del debito pubblico Usa.
La legge ora passa al Senato, con un voto previsto per agosto.
Nel frattempo i timori sull'ampliamento del deficit hanno fatto risalire il rendimento dei Treasury, con il tasso del 10 anni che ha superato quota 4,6% (al top degli ultimi tre mesi) per poi ripiegare al 4,59%, e quello del 30 anni che ha raggiunto il 5,15%.
GLI INVESTITORI SI CHIEDONO "COSA SUCCEDERÀ" MENTRE LA FEBBRE AMERICANA SI DIFFONDE
Traduzione di un estratto dell’articolo di Katie Martin per il “Financial Times”
ELON MUSK E DONALD TRUMP CON AUTO TESLA DAVANTI ALLA CASA BIANCA
L’eccezionalismo americano nei mercati comincia a sembrare uno strano sogno. Alla fine del 2024, era tutto ciò di cui parlavano gli investitori.
Sembrava una certezza assoluta che le azioni americane avrebbero continuato a salire e a superare quelle del resto del mondo, spinte da un nuovo presidente deciso a rilanciare la crescita economica e dalla supremazia degli Stati Uniti nel settore della Big Tech.
Cinque mesi dopo, quella narrativa è crollata. Il principale indice azionario statunitense, l’S&P 500, è in leggero rialzo da inizio anno, ma solo dopo un recupero turbolento guidato dagli investitori al dettaglio, in seguito a un forte calo ad aprile.
DONALD TRUMP E IL CROLLO DELL ECONOMIA - VIGNETTA ITALIA OGGI
Nel frattempo, gli indici europei hanno lasciato indietro quelli americani, con guadagni di circa il 20% in Italia e Germania, e ancora di più in Polonia. I fondi globali che escludono le azioni statunitensi sono sempre più richiesti.
Accettare che l’epoca dell’eccezionalismo americano possa essere finita è stato un processo difficile. “I nostri clienti si erano abituati molto allo stato delle cose degli ultimi cinque anni,” ha detto Matt Gibson, responsabile del gruppo vendite clienti di Goldman Sachs Asset Management. “Per molto tempo investire negli Stati Uniti è stata una strategia vincente. Ora ci fanno molte domande sul fatto che questa fase sia finita. Tutti ci stanno pensando. Alcuni stanno già agendo.”
DONALD TRUMP IN VERSIONE NERONE BRUCIA MILIARDI DI DOLLARI - IMMAGINE CREATA CON CHATGPT
“Agire” può voler dire varie cose. Alcuni investitori stanno adottando strumenti di copertura che pagano se le azioni americane subiscono un altro scossone.
Altri stanno proteggendosi da un possibile indebolimento del dollaro, che amplificherebbe le perdite causate dalle azioni in calo. Tutti gli investitori con cui parlo ultimamente stanno almeno considerando di aumentare la loro esposizione in altri mercati nei prossimi anni, per ridurre il peso degli Stati Uniti nei loro portafogli.
Tutto questo è normale. Una gestione prudente del rischio. Ma vale la pena fermarsi un attimo a chiedersi come siamo arrivati fin qui. Un nuovo studio di Antti Ilmanen e Thomas Maloney del fondo hedge AQR suggerisce che l’idea dell’eccezionalismo americano sia sempre stata più una speranza che una realtà.
Per anni, questa convinzione si è autoalimentata, fino al punto che gli investitori la trattavano quasi come una legge naturale.
Chiunque invitasse alla cautela o a diversificare gli investimenti a livello globale veniva puntualmente smentito. Qualcuno potrebbe usare la parola con la “B”: bolla. […]
Come spiega il documento, i mercati statunitensi hanno preso il largo rispetto al resto del mondo negli anni ’90 e poi per un’altra quindicina d’anni fino al 2024. È questa la fase che è rimasta impressa nella memoria degli investitori, non i periodi di sottoperformance negli anni 2000, ’80 e ’70.
Donald Trump holding a Million Dollars - Harry Benson
Le storie che ci siamo raccontati su quei tempi d’oro ruotavano attorno a una cultura imprenditoriale americana senza pari, istituzioni favorevoli ai mercati e aspettative di crescita economica più forte.
Per essere chiari, gli utili aziendali negli Stati Uniti sono stati eccellenti. Ma le valutazioni lo sono state ancora di più.
A questo si è aggiunta la crescita degli investitori “passivi” legati agli indici, che puntano su benchmark sempre più dominati dai vincitori della corporate America.
Poi gli investitori attivi, che hanno premiato sempre le stesse azioni tech. E infine il fattore “momentum” — gli investitori amano i titoli vincenti e tendono a continuare a premiarli, soprattutto se sostenuti da un dollaro forte.
melania e donald trump a wall street
Tutto questo ha creato una dinamica autonoma che ha superato di gran lunga i fondamentali, spingendo la capitalizzazione della Big Tech americana a superare quella dell’intero mercato europeo alla fine dello scorso anno.
Alla fine degli anni ’80, le valutazioni dei titoli USA erano pari alla metà di quelle del resto del mondo; alla fine del 2024 erano quasi il doppio. “Gli investitori nel 2025 dovrebbero preoccuparsi di questa valutazione relativa storicamente estrema? Sì,” si legge nel documento. In particolare, Ilmanen ritiene che gli investitori abbiano “confuso” i prezzi gonfiati delle azioni con una “superiorità guidata dalla crescita”.
Il punto di svolta che oggi sembra emergere nei mercati potrebbe anche rivelarsi solo una pausa temporanea, ma sarebbe superficiale — se non arrogante — ignorare il rischio.
Non si tratta solo del caos che proviene oggi dalla Casa Bianca in termini di politica economica e attacchi alle istituzioni, ma anche dell’impatto spesso trascurato della sfida cinese alla supremazia americana nell’intelligenza artificiale, diventata evidente con il lancio di DeepSeek a gennaio. Il fossato protettivo attorno alla Big Tech americana non è così largo, né così profondo, né così pieno di squali come suggeriva la narrativa del “nuovo paradigma”. […]
L ORGIA DEL POTERE - DONALD TRUMP - ELON MUSK - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
elon musk donald trump
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