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È SEMPRE LA STESSA MUSICA – A COMANDARE A SANREMO SONO TRE CASE DISCOGRAFICHE: DEI 30 CONCORRENTI, COMPRESO EMIS KILLA (CHE SI È AUTO-ESCLUSO), 11 ERANO INGAGGIATI DALLA WARNER, 9 DALLA SONY E 6 ERANO IN FORZA ALLA UNIVERSAL. SOLO 4 ARTISTI SI SONO PRESENTATI DA INDIPENDENTI. QUESTO VUOL DIRE CHE L’86% DELLE CANZONI E' STATO ESEGUITO DA ARTISTI LEGATI ALLE MULTINAZIONALI DELLA MUSICA – IL RUOLO DI MARTA DONÀ, LA MANAGER CHE HA VINTO QUATTRO EDIZIONI DI SANREMO SULLE ULTIME CINQUE … VIDEO

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Estratto dell’articolo di articolo di Stefano Mannucci per “il Fatto Quotidiano”

 

olly lucio corsi

Non bisogna guardare il dito, semmai il disco. Quello della Luna? Macché. Per capire chi davvero potrebbe decidere le sorti della musica italiana dovremmo evocare Len, Theo, paperoni assortiti, investitori anonimi, fondi speculativi, strategie finanziarie valutate lontano dall’Ariston.

 

Ricontiamo i 30 concorrenti (mettiamoci dentro pure Emis Killa) del Festival vinto da Olly: 11 di loro erano della scuderia Warner, 9 della Sony, 6 della Universal.

Tutti con il marchio delle case madri o delle consociate.

olly vince il festival di sanremo 2025

 

Altri 4 artisti rappresentavano le realtà indipendenti tricolore. L’86 per cento delle canzoni che abbiamo ascoltato sono dunque state eseguite da artisti legati alle major, le multinazionali della musica. Dalle remote sedi centrali della California o di New York, qualche alto dirigente un ascolto distratto alle vicende rivierasche.

 

“Distratto?”, obietterà qualcuno, ricordando che Sanremo ha generato, in questa 75ma edizione, un impatto economico di oltre 245 milioni di euro (40 milioni in più rispetto al 2024) con una crescita della raccolta pubblicitaria di 67 milioni, di cui ha beneficiato in massima parte la Rai.

brunori sas olly lucio corsi

 

Un affarone? Sì, e mettiamoci pure le stime della FIMI che prefigurano un indotto per la filiera nazionale di circa 500 milioni nell’anno appena concluso: un trend in costante incremento, grazie soprattutto agli streaming e agli abbonamenti alle piattaforme di ascolto. L’Italia è la terza realtà della musica in Europa. Stappiamo un prosecco? Allarghiamo l’inquadratura. Occhio a non deprimervi: a livello globale il settore vale quasi 29 miliardi di dollari, a spanne la metà di questa prosperità è, fatalmente, nel mercato Usa.

 

olly lucio corsi brunori sas

[…] La Universal, sede operativa a Santa Monica, è in posizione dominante: 32,1% del mercato, i soldi li mettono Bolloré, Vivendi (quote azionarie in Mediaset e Tim, main sponsor di Sanremo), i fondi Tencent Holding e Pershing Square. Quotata alla Borsa di Amsterdam, se vi avanzano due spicci in questi giorni il titolo è in rialzo.

 

Ora andiamo a ficcare il naso dentro gli uffici di Sony Music, a Manhattan. Il Ceo è Rob Stringer, l’impatto aziendale supera il 20% nel mondo, e se vogliamo scalare ancora la piramide la Sony Group è quasi tutta nel portafoglio azionario del 79enne finanziere statunitense Theofanis Kolokotrones (patrimonio netto 136 miliardi di dollari) e della sua Primecap Management Co.

 

olly vince sanremo

E la Warner (15,9% di controllo del settore)? Qui non serve più osservare la luna o un vinile, basta la rotella impallata di DAZN, la piattaforma sportiva il cui proprietario è l’ucraino-americano Len Blavatkin. Warner è sua attraverso la Access Industries.

DAZN può essere un passatempo sanguinoso, ma da qualche settimana sono arrivati in soccorso i soci arabi.

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