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Giulia Aubry per www.ilmessaggero.it
ATTENTATO PARIGI - I SOSTENITORI ISIS FESTEGGIANO
#Parigiinfiamme. Con questo hashtag, in lingua araba, migliaia di simpatizzanti e affiliati dello Stato Islamico stanno festeggiando da ore i drammatici attentati di Parigi.
Foto della Torre Eiffel che brucia, video di miltanti di origine francese che negli scorsi mesi minacciavano di riempire di cadaveri le strade di Parigi, vecchie immagini di coloni francesi in Medio Oriente o nel NordAfrica. Così i disseminatori di Isis commentano quanto accaduto nella notte, gioiscono delle morti degli infedeli (tralasciando il fatto che, probabilmente, tra le vittime ci saranno anche uomini e donne di fede musulmana) e invitano altre persone a unirsi a loro.
"Cosa state aspettando?" - si legge in altre immagini pubblicate su twitter - "Parigi è in fiamme. Bruciamo il resto dell'Europa". L'appello ai cosiddetti "lupi solitari", alle "cellule dormienti" in grado di scatenare la guerriglia urbana, come in quest'ultima notte nella capitale francese, è continuo e mira a rafforzare il sospetto reciproco e far sentire chiunque insicuro, anche nel proprio quartiere, nella propria casa. "O crociati, stiamo arrivando da voi con bombe e fucili. Aspettateci" si legge sull'account di @TurMedia316.
"Dopo i crimini francesi in Mali, e i bombardamenti in Siria e in Iraq siamo arrivati noi. Nelle vostre case arriveranno la morte e la guerra" scrive in arabo @ev8_ho. Un altro supporter di Isis invece commenta in inglese: "Il sangue francese è gustoso (e aggiunge un emoticon per rafforzare l'idea), ma il sangue americano è ancora migliore e noi lo assaporeremo presto".
Qualcun altro cita "V per vendetta" e scrive, minacciando i francesi: "Ricorda per sempre il 13 novembre, il giorno dell'attacco a Parigi". Molti i riferimenti alla "giusta vendetta": "Avete ucciso i nostri bambini e le nostre donne con i bombardamenti. Ora tocca a noi.
Vi distruggeremo e berremo il vostro sangue". Come già con i fratelli Koauchi, responsabili del massacro di charlie Hebdo, i martiri vengono glorificati. Sono eroi che hanno "giustamente" compiuto la vendetta di una collettività. Al momento sui social non ci sono ancora le loro immagini, i loro testamenti, le loro storie che probabilmente compariranno nei prossimi giorni nei video e nei proclami ufficiali, per finire poi sulle pagine patinate del numero di Dabiq.
Molti musulmani nel mondo stanno cercando di cambiare il segno dell'hashtag associandolo a #PrayforParis e condannando le parole e l'esultanza dei "falsi islamici". Ma le immagini di distruzione e le parole di odio di migliaia di simpatizzanti di Isis continuano a percorrere rapidamente il web. Come in altre situazioni simili la guerra virtuale combattuta a colpi di tweet e post imperversa sui social, Non si macchia direttamente di sangue e non uccide materialmente nessuno. Ma fa crescere l'odio e preconizza un futuro di violenza e terrore cui sarà davvero difficile mettere fine.
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