“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Nino Materi per “il Giornale”
Il Giornale scriveva il 6 agosto scorso: «Andrea Soldi, 45 anni, non era un pericoloso criminale. Era solo una persona bisognosa di assistenza. Di cure. Non stava bene psichicamente, ma non aveva mai fatto del male a nessuno. Non andava gettato in un' ambulanza, ammanettato e con le mani dietro alla schiena. La verità è che se il povero Andrea fosse stato trattato con meno brutalità, oggi sarebbe ancora vivo nella sua casa, a Torino».
Ieri i nostri sospetti sono stati confermati dall' autopsia disposta dal magistratura sul corpo del povero Andrea: «Soldi morì asfissiato per uno strangolamento atipico, aggravato dalla modalità di trasporto».
Il pm Raffaele Guariniello aveva indagato per omicidio colposo i tre vigili urbani e lo psichiatra presente durante il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) avvenuto mentre Soldi si trovava in un giardinetto vicino la sua abitazione a Torino, la città dove abitava.
La consulenza parla di «morte violenta per asfissia da compressione e ostruzione delle alte vie aeree e dissociazione elettromeccanica del miocardio». Tradotto: i vigili ci andarono giù pesante, tanto da soffocarlo.
Secondo la consulenza l' uomo fu «afferrato e cinto con un braccio al collo»: presa che, appunto, determinò lo «strozzamento atipico, producendo una compressione delle strutture profonde vascolo-nervose del collo». Da quanto ricostruito a quel punto il 45enne avrebbe perso conoscenza e sarebbe stato ammanettato sulla schiena e caricato in ambulanza.
E proprio il trasporto avrebbe aggravato la situazione perché la posizione sarebbe stata, secondo le verifiche, «incompatibile con una possibile ventilazione efficace o con il mantenimento manuale della maschera di ossigeno». Una volta in ospedale i medici avevano tentato di rianimare Soldi. Invano. Doveva esser un intervento per tutelare la salute di Andrea Soldi, 45 anni, ma si è trasformato nella sua condanna a morte. La buonafede dei vigili è fuori discussione (almeno vogliamo sperarlo ndr), ma le responsabilità vanno comunque accertate.
BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE
Lo si deve ad Andrea e ai suoi genitori i quali, oltre al dolore per la perdita di un figlio, vivono anche il peso morale di aver chiesto espressamente il Tso proprio nel giorno in cui si è consumato il dramma. Un' inchiesta che il pm Guariniello ha promesso di chiudere «in tempi brevissimi». Del resto la trascrizione delle telefonata tra gli operatori dell' ambulanza e la centrale del 118 lasciano pochi dubbi su come siano realmente andate le cose: «È stato un intervento invasivo...
lo hanno fatto un po' soffocare... lo hanno caricato in ambulanza contro il regolamento ammanettato e a pancia in giù... non ho mai visto una cosa così». L' operatore del 118 risponde: «Devi dirlo al medico... al medico...». E i soccorritori dell' ambulanza replicano: «Lo abbiamo detto al medico... lo psichiatra mi ha detto di lasciarlo a testa in giù... mi ha ordinato di lasciarlo così».
BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE
Amara la conclusione dell' operatrice del 118: «Ho capito... il mondo è dei prepotenti...». In seguito a questa tragedia, specchio anche di un protocollo che concepisce il Tso come se il paziente fosse un pericoloso criminale, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha assicurato di avviare un piano di riforma che metta mano al «disciplinare» del Tso, «puntando su regole più umane, solidali e rispettose del consenso e della dignità del paziente». Ma finora solo chiacchiere. Un pessimo modo per rendere giustizia ad Andrea e ai suoi cari.
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