FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Carlo Antonio Biscotto per il “Fatto Quotidiano”
Domani, con la solita sfarzosa, eccitante e un tantino pacchiana cerimonia, verranno consegnate le mitiche statuette che qualunque persona di cinema sogna di poter un giorno alzare al cielo sorridendo o piangendo. "And the Oscar goes to…". Praticamente tutti gli attori, registi, sceneggiatori, scenografi, costumisti della storia del cinema hanno sognato o sognano di sentire il loro nome dopo la frase di rito.
Eppure non manca chi maledice quel giorno ed è proprio a causa loro che l' Oscar si è talvolta guadagnato una reputazione simile a quella che ha a lungo accompagnato la tomba del faraone Tutankhamon. Bastava sfiorarla, avvicinarvisi o semplicemente desiderare di trovarla per essere colpiti da ogni genere di sventura.
Tra quelli che in questi giorni attendono con ansia e con un pizzico di paura il verdetto che il maestro di cerimonie annuncerà al Dolby Theater, c' è senz' altro Leonardo DiCaprio che spera di essere premiato come miglior attore protagonista per il film The Revenant.
Su Facebook l' attore ha già invitato i suoi fan a festeggiare in luoghi emblematici quali Plaza Colon a Madrid. Ma tra i suoi ammiratori ci sono anche quelli che si augurano che DiCaprio non vinca, non perché non lo meriti, ma perché temono appunto che possa segnare la fine della sua carriera.
Non sarebbe né il primo né l' ultimo grande del cinema ad affrontare anticipatamente il viale del tramonto dopo aver stretto tra le mani la stauetta dell' Academy Award. L' Oscar è una mela avvelenata che non tutti riescono a digerire e la lista dei caduti annovera decine di nomi. Domenica toccherà a Leonardo DiCaprio azzannare le mela?
"Se qualcuno dopo aver vinto l' Oscar ti dice che ora avrà la libertà di scegliere solo film di successo, sta sicuramente mentendo", assicura Halle Berry , prima afroamericana a fregiarsi del prestigioso riconoscimento come miglior attrice con il film Monster' s Ball - L' ombra della vita.
La venerata sex symbol dell' inizio di questo secolo (abbiamo ancora negli occhi il suo corpo statuario mentre, da Bond-girl che fa il verso a Ursula Andress, esce dal mare nel film La Morte può attendere) dopo quella magica notte vide il vascello della sua carriera infrangersi ingloriosamente contro gli scogli del disastroso (non solo per il botteghino) Catwoman, un fiasco da antologia.
monsters ball halle berry e billy bob thornton
Da allora silenzio… o quasi. Analoga disavventura capitò a Kim Basinger (Oscar per L.A. Confidential), a Catherine Zeta-Jones (Chicago) e a Gwyneth Paltrow (Shakespeare in love) che non sono più riuscite a girare un film di successo. Altre come Cher optarono per una sorta di anticipato prepensionamento.
Dopo l' Oscar per Stregata dalla luna, Cher ha girato la miseria di cinque film in 30 anni.
Altre ancora sembrano dipendere da un solo personaggio o dalla avvenenza fisica. È il caso di Renée Zellweger che tenterà di tornare sulla cresta dell' onda interpretando per l' ennesima volta il ruolo di Bridget Jones, la "sfigata" più amata dalle trentenni single di tutto il mondo, o di Hilary Swank che, dopo il secondo Oscar con Million dollar baby di Clint Eastwood, è riuscita a far parlare di sé solamente per la conturbante apparizione nella serie The Office.
E per fortuna che c' è la televisione. Per molti divi dello schermo è diventata una sorta di riserva indiana o, se si vuol essere cattivi, di cimitero degli elefanti.
Basti pensare alla stessa Halle Berry, a Cuba Gooding jr. e - caso ancora più clamoroso - a Anna Paquin riemersa dal nulla nella serie True Blood dopo essere stata la più giovane vincitrice di un Oscar con il film Lezioni di piano di Jane Campion, anche lei colpita dalla stessa sorte. Dopo aver vinto l' Oscar nel 1993 per la migliore sceneggiatura originale (Lezioni di Piano appunto), non ha saputo ripetersi ai livelli cui ci aveva abituato. Anche Jane Campion deve dire grazie al vituperato piccolo schermo che, con Top of the Lake, l' ha riportata al successo.
Senza dubbio tra le immagini più singolari della serata degli Oscar c' è quella di Roberto Benigni che raggiunge il palcoscenico camminando sugli schienali delle poltrone e ondeggiando pericolosamente sulla testa dei colleghi e delle colleghe tra l' ilarità e gli applausi dei presenti. Era il 1999 e Roberto riceveva divertito la statuetta come miglior attore protagonista per La vita è bella. Dopo quel film è sparito dai radar e c' è voluto Woody Allen per riproporlo al grande pubblico nel suo To Rome with love.
KEVIN COSTNER NELLO SPOT RIO MARE
E fu sempre Woody Allen - che forse la considera una missione - a ripescare un altro dimenticato, Adrien Brody, al quale offrì il bel ruolo di Salvador Dalì in Midnight in Paris dopo che a 29 anni era stato il più giovane vincitore dell' Oscar come attore protagonista con Il pianista.
L' elenco delle vittime dell' Oscar è lunghissimo: John Avildsen , Bob Fosse , Francis Ford Coppola , Kevin Kostner e moltissimi altri.
Insomma quanto basta perché molti pur sperando di vincere, in cuor loro si augurano di perdere. Maledetta statuetta!
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