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Gianmaria Tammaro per “la Stampa”
La rivoluzione di Netflix non è finita, ma è arrivata a un punto di svolta. Perché la piattaforma streaming, per la prima volta in 18 anni, è riuscita un' impresa mai tentata prima: spodestare la Hbo dal trono degli Emmy Awards.
Dal giorno dell' annuncio delle candidature si sono susseguite analisi, approfondimenti, considerazioni ed editoriali. E la verità - per quanto disarmante - è una: Netflix rispetto ai competitor ha prodotto di più. Molto di più.
Così tanto da riuscire a scavalcare le serie più nominate e a piazzarsi prima. Ted Sarandos, responsabile dei contenuti, l' ha detto: finché non ci saranno avvisaglie di crisi, continueremo così.
Ogni giorno c' è un annuncio. Una serie o un film. L' obiettivo è ringiovanire l' archivio, ripulirlo d ai titoli non originali, rimpinzarlo di contenuti. Solo l' altro ieri, Netflix ha dato il via alla produzione di due serie tv e tre film ispirati alle opere a fumetti di Mark Millar e della sua Millarworld.
La Marvel, per creare un universo narrativo degno di questo nome, ha avuto bisogno di dieci anni. Quanti ne serviranno a Netflix? Perché è anche di questo che parliamo: costruire mondi nuovi, totalmente originali, grazie ai quali raccogliere abbonati e nomination.
Netflix, ora, è il colosso. Il gigante. Non ha una visione artistica particolare come la Hbo; non vede le altre piattaforme come suoi reali competitor. Ha un' altra idea. Imporsi tecnologicamente, di essere la app più visitata, la home su cui i suoi abbonati, ogni mattina, vanno.
Non mancano, ovviamente, i possibili aspetti negativi. Producendo così tanto e a questi ritmi la qualità, prima o poi, finisce per risentirne. E poi, se si hanno così tanti abbonati (130 milioni nel mondo), bisogna cambiare natura. Diventare generalisti.
L' acquisizione della Millarworld apre anche a un altro scenario, fino a pochi anni fa del tutto inatteso: quello dell' editoria. Perché ora Netflix ha anche i suoi fumetti. Il primo, The Magic Order , è arrivato sugli scaffali di mezza America nemmeno un mese fa.
E allora qual è il futuro? Per il momento, nonostante gli alti-e-bassi in borsa, è in alto. Le serie continueranno ad essere prodotte e di film ne arriveranno sempre di più (e ne vedremo tantissimi a questa Mostra di Venezia).
È l' intrattenimento per tutti, con poche pretese, storie convincenti, trame non eccessivamente contorte, che si prende la sua rivincita. Che porta, per una volta, una televisione più di pancia che di testa sul podio dei network più nominati.
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