the hateful eight

TARANTINO RACCONTA “THE HATEFUL EIGHT: "POTREBBE ESSERE ANCHE UN HORROR. O UN GIALLO. O IL PRIMO FILM POST-APOCALITTICO GIRATO NELLA NEVE, CON I SOPRAVVISSUTI CHE SI TROVANO TUTTI ASSIEME IN UN RIFUGIO A DISCUTERE SU COME L'APOCALISSE HA AVUTO INIZIO''

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Lorenzo Soria per “la Stampa”

 

tarantino alla manifestazione contro le violenze della polizia americanatarantino alla manifestazione contro le violenze della polizia americana

La storia di The Hateful Eight , ottavo film di Quentin Tarantino in uscita nella sale Usa a Natale e in Italia a febbraio, inizia con un furto. Un furto avvenuto non sullo schermo ma nella realtà, quando la sceneggiatura ancora incompiuta venne trafugata e resa pubblica.

 

E lui, il regista di film cult come Le iene e Pulp Fiction, come Kill Bill e Inglorious Basterds, decise in segno di protesta di fare una lettura pubblica della sua storia, recitata dagli attori che avrebbero dovuto interpretarla.

 

Era l' aprile dello scorso anno e si presentarono tutti, i sette uomini e la donna che nel film rimangono intrappolati in una baita di montagna nel Wyoming del dopo-Guerra Civile nel mezzo di una tempesta di neve. Bruce Dern, ex generale coi secessionisti. Samuel Jackson, che era stato in battaglia ma dall' altra parte. Kurt Russell che fa il cacciatore di taglie e che deve portare a Red Rock Jennifer Jason Leigh per farla impiccare. Channing Tatum che la vuole liberare. E poi Michael Madsen e Tim Roth e Walter Goggins, tutti sospettosi gli uni con gli altri.

 

quentin tarantino manifesta contro la violenza della poliziaquentin tarantino manifesta contro la violenza della polizia

Andarono a quella lettura pubblica al teatro dell' Ace Hotel e rimasero stupiti dalla folla accorsa, 1600 persone entusiaste. E Tarantino, che furioso per il furto della sua sceneggiatura aveva deciso di organizzare la manifestazione in segno di protesta e poi buttare via tutto, decise in quel momento che il film si sarebbe invece fatto.

 

Decise anche che lo avrebbe girato non solo in pellicola, ma in «glorious 70mm», come dice lui, recuperando persino delle lenti che erano state usate in Ben Hur oltre mezzo secolo fa. E che in omaggio ai western avrebbe fatto musicare il suo film da uno dei suoi eroi, Ennio Morricone.

ennio morricone cennio morricone c

 

Ora The Hateful Eight è pronto, 3 ore e 15 minuti incluso l'intervallo. Un' esplorazione su lealtà e tradimento, su apparenza e realtà, su come cambiamo in circostanze estreme e quando c' é di mezzo la sopravvivenza. Il tutto con molto sangue e quei tocchi operatici ed eccessivi che sono diventati il marchio di Tarantino.

 

Quentin, dopo «Django» e ora «The Hateful Eight» sta diventando un regista di western?

«Intanto questo potrebbe essere anche un horror. O un giallo. O il primo film post-apocalittico girato nella neve, con i sopravvissuti che si trovano tutti assieme in un rifugio a discutere su come l' apocalisse ha avuto inizio.

THE HATEFUL EIGHT  THE HATEFUL EIGHT

 

Qui poi non ci sono né eroi né anti-eroi, nessuno dei miei protagonisti ha un centro morale. E poi penso che oggigiorno per essere definito un regista di western devi averne fatti tre, così diventano il testamento di un' epoca.

 

Se ne hai fatti meno sei solo uno che col genere ha provato a giocarci». Intanto questo suo western ha un elemento che lo rende un immediato classico: la colonna sonora di Ennio Morricone.

THE HATEFUL EIGHTTHE HATEFUL EIGHT

 

«È stata una collaborazione bellissima. Gli avevo mandato la sceneggiatura tradotta in italiano, sapevo che la storia era piaciuta molto a sua moglie e penso che senza di lei forse non mi avrebbe nemmeno ricevuto. Comunque ci vediamo, siamo a casa sua a Roma e la sua prima domanda è: ma tu non usi colonne originali, usi quelle di altri e le metti assieme e sei abbastanza bravo nel farlo. Che te ne fai di me?

 

Gli ho risposto che anche io avevo i miei dubbi, ma che questo materiale meritava una propria colonna perché nessuno aveva mai visto un film come questo. E così abbiamo lavorato assieme ed è stato molto gratificante andare a Praga assieme a registrare con la Czech Philharmonic. È stata una bellissima esperienza».

 

Recentemente si è trovato al centro di polemiche per avere difeso le vittime della violenza della polizia, con i sindacati dei poliziotti che chiedono il boicottaggio del suo nuovo film.

 

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«Vengo da settimane molto interessanti e col passare dei giorni mi sento più gratificato. Non mi piace essere stato definito uno che odia i poliziotti, molti sono fan dei miei film e non mi piace che pensino che li odio o che non capisco i problemi che devono affrontare ogni giorno quando vanno al lavoro. Ma trovo gratificante poter prendere le difese di quelle famiglie che hanno perso i loro cari in modi a volte insensati e totalitari. Capiscono quello che sto facendo, lo apprezzano. E questo mi fa stare bene».

 

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