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Da âLa Repubblica'
L'arena di Madrid intrisa di sangue, dei toreri stavolta. A 35 anni dall'unico precedente che si ricordi nella plaza de toros "Las Ventas", ieri è stato interrotto lo spettacolo per mancanza di matador. Alle otto della sera, dopo appena un'ora di corrida, gli altoparlanti dell'impianto hanno annunciato la fine anticipata: i tre toreri sono finiti in infermeria in sequenza, feriti quasi a morte da sole due bestie, neppure una a testa (di regola toccano due tori a ciascuno dei tre toreri).
Non accadeva un fatto del genere dal 1975. Era sempre una corrida della festa di San Isidro, il patrono della capitale spagnola. Non appena i clarinetti hanno segnato l'inizio della tauromachia, la tensione, tra il pubblico, è salita alle stelle.
Il primo a esibirsi è stato David Mora, che ha atteso l'uscita di Deslìo (così si chiamava l'animale che gli è toccato in sorte) in ginocchio di fronte alla porta dei torili, ma non è riuscito a ingannare la bestia con il capote (il panno grande) ed è stato incornato alla spalla e poi sbalzato in aria più volte come una pallina da tennis, fino a ricadere a terra con l'arteria femorale della gamba sinistra recisa (ha riportato una ferita di 30 centimetri al quatricipite e un'altra all'ascella). Mentre il pubblico gridava inorridito, Deslìo si guardava attorno, probabilmente spaventato anche lui.
Ad ucciderlo è stato il secondo matador del cartello, il sivigliano Antonio Nazarè, finito in infermeria poco più tardi. Il secondo toro della serata infatti, prima ha colpito Nazarè lesionandogli la rotula destra, poi ha incornato al petto il terzo matador, Saúl Jiménez Fortes, un giovane torero di Malaga che è stato trafitto mentre si accingeva ad uccidere con la spada. Con i tre protagonisti tutti in infermeria, al presidente de "Las Ventas" non è rimasto altro da fare che sospendere la corrida a rimandarla a data da destinarsi.
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