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Soltanto la netta presa di posizione di Luca Zaia sul Veneto ha costretto Matteo Salvini, da sempre tiepido sull’ipotesi del terzo mandato per i governatori, a correre ai ripari. Per tenere il sederino attaccato alla prima poltrona del Carroccio, il segretario della Lega è stato di fatto obbligato ad allinearsi al Doge e a rivendicare, ancora una volta, la candidatura di un leghista appoggiato da Zaia, a governatore della Regione, alla prossima tornata elettorale.
Davanti alla rinnovata compattezza nel Carroccio (anche l’ormai anti-salviniano Massimiliano Romeo ha puntellato Zaia: “La Lega, essendo un partito del territorio, giustamente si vuole tenere le regioni dove governa, il buon governo... E poi è interesse della Meloni, alla fine, trovare una soluzione soddisfacente che faccia sì che alleati leali e collaborativi siano soddisfatti”), Giorgia Meloni ha ordinato ai suoi di tenere la bocca cucita.
Come scrivono Federico Capurso e Francesco Moscatelli sulla “Stampa”: “Ultimamente, quando sentono nominare la Lega, i tanti dirigenti e ministri di Fratelli d’Italia si irrigidiscono, alzano gli occhi al cielo, sbuffano. ‘No comment, tanto è sempre la solita solfa, poi si calmano’. […] È una stanchezza, quasi un’esasperazione, che devono aver percepito anche dalle parti di Palazzo Chigi, tanto da muovere Giovanbattista Fazzolari, fedelissimo della premier, a imporre il silenzio alle truppe: ‘Nessuno reagisca alle dichiarazioni dei leghisti sul Veneto e Zaia’, questo il senso del messaggio”.
La premier, prosegue l’articolo, “già da tempo ha chiarito ai suoi di non voler alzare pubblicamente i toni su una polemica solo divisiva, memore dei veleni che poco meno di un anno fa affondarono il centrodestra in Sardegna”.
Giorgia Meloni spera che le contraddizioni e gli scazzi all’interno della Lega esplodano al punto da depotenziare la linea del Piave a difesa di Zaia e indebolisca la difesa a oltranza del Governo della Regione. Una strategia che secondo altri retroscena (come Tommaso Ciriaco su “Repubblica”) comprenderebbe una trattativa diretta con il Doge, per convincerlo a desistere, magari offrendogli un posto al sole romano.
Per non spaccare la coalizione di centrodestra, Giorgia Meloni, come scrive sempre “La Stampa”, potrebbe scendere a miti consigli e fare marcia indietro rispetto alla candidatura del “suo” Luca De Carlo, accettando un nome civico scelto insieme agli alleati: “Un nome che Zaia possa appoggiare senza perdere la faccia”.
giorgia meloni luca de carlo Fazzolari Meloniluca zaia giorgia meloni
luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontanaMATTEO SALVINI LUCA ZAIAluca zaia matteo salvini roberto maroni edoardo rixi zaia salviniOSCAR DE PELLEGRIN LUCA ZAIA MATTEO SALVINI MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANAgennaro sangiuliano antonio tajani francesco lollobrigida luca zaia matteo salvini al vinitaly veronatoni da re matteo salvini luca zaiaLUCA ZAIA - MATTEO SALVINI - GUIDO CROSETTO - ADUNATA DEGLI ALPINI VICENZA
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
luca zaia giorgia melonifazzolari meloni
I PALETTI DI GIORGIA MELONI A SALVINI E TAJANI- VIGNETTA DI ITALIA OGGI giovanbattista fazzolari giorgia meloni al senato
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA GUIDO CROSETTO - ADUNATA DEGLI ALPINI - VICENZAMatteo Salvini e Luca Zaia
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