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U.R. per "La Repubblica"
Sul suo profilo twitter si è definito un giornalista «temporalmente a mezzadria, da Barletta e Roma». Pasquale Cascella, per sette anni consigliere per la comunicazione di Giorgio Napolitano, suggello di una simbiosi politica lunga vent'anni, adesso dovrà aggiornare quella sua presentazione. Invertire la rotta, e indicare «da Roma a Barletta».
Perché ha scelto: lascia il Colle per rientrare nella sua città natale, dove ha accettato la candidatura del Pd a sindaco nelle elezioni che si terranno a fine maggio. Cascella, 61 anni, una lunga militanza giornalista nell'Unità , prima di diventare la "voce" di Napolitano presidente della Camera (1992), di D'Alema premier (1998) e quindi dal 2006 al Colle,
spiega che tecnicamente non si tratta di dimissioni, perché «con il giuramento del rieletto presidente della Repubblica è giunto alla naturale scadenza il compito che mi era stato affidato al Quirinale».
La sua decisione di tentare l'avventura politica era stato un altro dei segnali che concorrevano a confermare la decisione di Napolitano di non acconsentire ad un bis al Colle.
Però poi a sorpresa, dopo il terremoto alle Camere con i siluri a Marini e Prodi, ecco il ripensamento del capo dello Stato, e Cascella si è trovato di fronte al rebus: restare ancora al Quirinale o mantenere l'impegno preso con il centrosinistra (ci sono anche Scelta civica e Udc) di Barletta, dove già Enrico Letta era sbarcato proprio per lanciare la candidatura.
Ha scelto la seconda strada, spiegandone le ragioni con un comunicato ufficiale. «Avendo corrisposto pienamente al compito affidatomi sette anni fa dal Presidente Napolitano, col quale resta integro un antico rapporto di collaborazione e solidarietà posso ora rispettare l'impegno preso con le forze politiche».
E con i movimenti e le più diverse espressioni della società civile che gli avevano chiesto la disponibilità a candidarsi sindaco di Barletta, «per voltare pagina rispetto alle drammatiche vicende amministrative della città e ricominciare insieme».
Riecheggiando anche le parole pronunciate da Giorgio Napolitano nel discorso di insediamento davanti alle Camere, definendolo «un impegno a cui credo debba corrispondere l'analoga responsabilità nelle scelte che restano da compiere, da parte di tutti, al di fuori di ogni calcolo di convenienza».
Così, già dalle consultazioni di ieri Cascella non è apparso più dietro i politici al momento delle dichiarazioni, anche se non ha abbandonato ancora informalmente i compiti di portavoce. Ma sarà questione di giorni. Perché Napolitano chiuso il capitolo della crisi, dovrà rinnovare lo staff (sarà riconfermato) e provvedere alla sostituzione di Cascella. Il toto-portavoce è già cominciato.
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