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1. IL CASO DELL’ASSESSORE BARCA LASCIA, MA È SEMPRE IN CARICA
Giovanna Vitale per “La Repubblica – Roma”
Se n’è andata, anzi no. C’è un fantasma che da settimane si aggira per piazza Campitelli. Ha il volto e le sembianze di Flavia Barca: la leggiadra assessora alla Cultura che esattamente un mese fa, il 26 maggio, dichiarò «conclusa » la sua esperienza in giunta e rassegnò le dimissioni dalla squadra di Marino.
Peccato solo che il sindaco, in tutto questo tempo, non abbia mai avocato a sé la delega affidatale l’anno scorso per governare uno dei settori fra i più complessi e strategici di Roma. Ragion per cui, in assenza dell’ordinanza, la tecnica dal cognome illustre è rimasta formalmente al suo posto, come se non avesse più mollato.
È dunque ancora lei l’assessore alla Cultura: l’inquilino del Campidoglio smetta di cercare. Flavia Barca c’è. Nel pieno delle sue funzioni, dei suoi poteri e probabilmente dello stipendio. Con tanto di staff che, se avesse davvero abbandonato la poltrona, avrebbe dovuto seguirla e decadere in tronco, e invece lavora a pieno ritmo nel palazzetto incastonato tra il Teatro di Marcello e il Tempio di Apollo.
E siccome, nell’era Marino, al paradosso di un assessore che ha lasciato ma è tuttora in carica non c’è limite, la sorella dell’ex ministro della Coesione territoriale di tanto in tanto in piazza Campitelli appare: entra nel suo ufficio e firma atti, riceve mail, presenzia a commissioni comunali. L’ultima, quella Toponomastica, l’11giugno: ben15 giorni dopo il fantomatico addio al Campidoglio. Dove però è stata lei stessa a voler chiarire, con tanto di nota scritta, che stava lì solo per dovere.
IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO
«L’assessore Flavia Barca», recita infatti il verbale, «tiene a precisare che, seppure dimessasi dalla carica ricoperta, sta comunque svolgendo funzioni di presidente di Commissione, come d’accordo con il sindaco, per rispetto istituzionale e per garantire l’ordinaria amministrazione».
Tre righe secche che contengono almeno due notizie: l’assessore alla Cultura è ancora lei e, in quanto tale, gestisce gli affari di competenza del dipartimento; a chiedergli di restare, sebbene di nascosto, è stato Marino in persona. Il quale non si capisce perché non abbia voluto fare le cose in chiaro, dichiarando anzi al mondo di aver assunto l’interim in attesa di trovare la sostituita della Barca. Che risulta in carica nelle convocazioni della giunta (il suo nome compare sempre) e perfino nell’ordinanza con cui, sempre l’11 giugno, Silvia Scozzese è stata nominata assessore al Bilancio.
IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO
Un fantasma, appunto. C’è ma non si vede. Tant’è che nessuno dei suoi (ex) colleghi ne sa nulla. «Ma dai, è uno scherzo », esclama più d’uno davanti alla rivelazione. E invece no: la Barca è tornata. Anzi, non se n’è mai andata.
2. IL SITO UFFICIALE DEL COMUNE CON L’ASSESSORE BARCA ANCORA IN CARICA
3. EMILIANO PAOLETTI ASSESSORE ALLA CULTURA A ROMA. SINDACO MARINO, PERCHÉ NO?
Michele Anzaldi (Deputato Pd) per “Huffington post”
In rete rimbalzano i filmati del concerto gratuito che i Subsonica hanno regalato ai milanesi da una terrazza in Piazza Duomo. Un piccolo evento che ha catalizzato l'attenzione degli appassionati e che probabilmente avrebbe creato un interesse ancora maggiore se si fosse tenuto in una terrazza romana, magari al Pincio o in cima alla scalinata di piazza di Spagna, alla terrazza del Palazzo dei Congressi all'Eur o all'ultimo piano della Città del Gusto oppure sulla terrazza/belvedere Cederna di fronte al Colosseo.
Non sappiamo se il concerto di Milano sia nato grazie all'assessore alla Cultura dell'amministrazione di Giuliano Pisapia, però averlo certamente rappresenta uno strumento ulteriore per promuovere l'offerta culturale in una grande metropoli. Soprattutto se quella metropoli è la Capitale d'Italia e ha alle spalle tremila anni di storia.
Da 37 giorni, però, il Comune di Roma continua ad essere senza il titolare dell'assessorato alla Cultura. #RomaCercaCultura è l'hashtag su twitter. Maria Ida Gaeta, Roberto Grossi , Michele Dall'Ongaro, Claudio Strinati, Giovanna Marinelli: di nomi ne abbiamo fatto diversi, e continueremo a proporne uno al giorno al sindaco Ignazio Marino, finché questo grave vuoto non verrà colmato.
Il nome di oggi è quello del quarantenne Emiliano Paoletti. Segretario generale della Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo (Bjcem), Paoletti è stato protagonista della sperimentazione musicale e artistica a Roma come direttore di Zoneattive e promotore dei festival Enzimi e FotoGrafia. Ha portato a compimento quello straordinario laboratorio che è "La Pelanda" all'ex Mattatoio di Testaccio.
Caro sindaco Marino, perché non potrebbe essere lui il nuovo assessore alla Cultura del Campidoglio?
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