BELPIETRO DOMANDA - MA PERCHE’ BERLUSCONI E’ CONDANNATO E CONFALONIERI NO? PERCHE’ AGRAMA PER UNA CORTE E’ UN PRESTANOME E PER UN’ALTRA UN INTERMEDIARIO? E POI RICARICARE I PREZZI DEI FILM E’ REATO OPPURE NO?

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Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

 

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Da tempo sospettavo che chiamarsi Silvio fosse un reato, soprattutto se di cognome si fa Berlusconi, ora però ho la prova. Ieri infatti il Tribunale di Milano ha assolto Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi dall’accusa di aver frodato il fisco con i diritti cinematografici comprati all’estero. Secondo i giudici «il fatto non costituisce reato», mentre per una parte delle accuse è intercorsa la prescrizione. Naturalmente ci rallegriamo con il presidente e il vicepresidente Mediaset, che dopo essere stati messi sul banco degli imputati sono stati assolti.

 

E però non possiamo non notare una clamorosa incongruenza, perché praticamente per le stesse accuse un anno fa Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di carcere (tre dei quali cancellati dall’indulto) e per effetto di quella sentenza è stato espulso tutt’oggi costretto ai servizi sociali. La questione infatti è sempre la stessa, ossia quella dei film che per qualche decennio Mediaset ha comprato dalle major americane tramite un intermediario di origine italo-egiziana trapiantato a Los Angeles.

 

SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONISILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI

Frank Agrama traffica con Hollywood da almeno cinquant’anni (adesso ne ha 84) e con le pellicole è diventato milionario. E però anni fa i magistrati hanno cominciato ad accusare Berlusconi di averlo usato per costituire all’estero una fortuna.Secondo la procura l’imprenditore con villa a Beverly Hills era soltanto una testa di legno, ovvero un prestanome, perché dietro le società usate da Agrama ci sarebbe stato lo stesso Berlusconi, che sarebbe stato il socio occulto dell’imprenditore italo-egiziano.

 

E su che cosa si basava la tesi dell’accusa? Non sul fatto che i soldi di Agrama fossero finiti nelle tasche del Cavaliere, ma semplicemente sulla constatazione che l’intermediario ricaricava i prezzi dei film del cinquanta e a volte del cento per cento: cifra spropositata secondo i pm, non giustificata da alcuna ragione. Peccato che Agrama dalle major e in particolare da Paramount comprasse in blocco tutta la produzione, assumendosi il rischio dell’invenduto. E peccato che Agrama - ritenuto dai magistrati un semplice prestanome - non solo avesse una sua struttura commerciale effettivamente funzionante, ma vendesse anche ad altri soggetti diversi da Mediaset e segnatamente alla Rai, alla tv svizzera, a quella francese e a molte altre emittenti europee. E sempre applicando un ricarico del 50 per cento e più.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERIPIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI

Dunque come poteva essere un prestanome? Come poteva lavorare solo per Silvio quando lavorava per altri e ne esistevano le prove? Già questo avrebbe dovuto indurre i giudici ad assolvere Berlusconi un anno fa o addirittura in fase dibattimentale. Se poi si considera che il Cavaliere era già stato assolto due volte, a Roma e a Milano, dalle stesse accuse e per le stesse prestazioni fornite da Frank Agrama, si capisce che siamo all’assurdo, anche se la follia più grande è un’altra, ovvero l’incongruenza dell’assoluzione nel processo Mediaset di Fedele Confalonieri.

 

Ma come? Il presidente firmava i bilanci e non è stato ritenuto colpevole di frode mentre Berlusconi, che non firmava un bel nulla e non partecipava alla gestione dell’azienda perché stava a Palazzo Chigi, è ritenuto colpevole. Follie processuali che adesso sono confermate da una nuova assoluzione. Il processo dei diritti tv è stato spezzettato in vari rami, alcuni più recenti che avevano come protagonista lo stesso Silvio Berlusconi e per questi, come detto, il Cavaliere è stato assolto.

Frank AgramaFrank Agrama

 

Per alcuni acquisti risalenti al ’95-’99, invece, l’ex presidente del Consiglio è stato condannato. Adesso, per altri episodi riconducibili sempre agli acquisti dei diritti, sono assolti perché i fatti non costituiscono reato e perché alcuni sono caduti in prescrizione, anche Confalorieri e Pier Silvio. A questo punto alcune domande sorgono spontanee: ma se le vicende più recenti sono prescritte, come hanno fatto a non prescriversi quelle più lontane? Mistero.

 

HOLLYWOODHOLLYWOOD

Tuttavia a questo si aggiungono altri lati oscuri. Per esempio: come è possibile che per una corte Agrama fosse un prestanome e per un’altra corte invece sia un intermediario effettivo? Non solo: come si giustifica il fatto che per i giudici che hanno condannato Berlusconi ricaricare i prezzi del 50 e più per cento fosse una frode ai danni dello Stato italiano e, anni dopo, ricaricare i prezzi dei film della stessa percentuale sia un «fatto che non costituisce reato»?

 

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Obietta qualcuno: ma prima c’erano le società offshore. Certo, ma le società erano consolidate nel bilancio e poi non c’è gruppo operante all’estero che non usi le società offshore. Tutto il mondo usa per le intermediazioni i luoghi fiscalmente più convenienti e se certe procure avessero giurisdizione ci troveremmo il mondo sul banco degli imputati. A patto naturalmente che il mondo si chiami Silvio. E di cognome faccia Berlusconi. O no?

PIERSILVIO BERLUSCONIPIERSILVIO BERLUSCONI