LA DOMENICA DEL “CORRIERE” - IERI INCONTRO “INFORMALE” DI RCS PER DECIDERE TAGLI E AUMENTI DI CAPITALE: A CASA 100 GIORNALISTI E 400 IMPIEGATI, ALMENO 400 MILIONI DI EURO DA “ALZARE” PER RIPIANARE ALTRETTANTE PERDITE NEI 9 MESI DEL 2012 - SILURO PER I PERIODICI, AL CENTRO QUOTIDIANI E LIBRI - IL CDR DEL “CORRIERE” NON ACCETTERÀ UNO STATO DI CRISI (E CONSEGUENTI TAGLI) PERCHÉ RCS QUOTIDIANI È IN ATTIVO, A DIFFERENZA DELLA CASA MADRE - TITOLO +9% IN BORSA…

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1- RCS: CORRE IN BORSA (+9%) TRA FORTI SCAMBI
(ANSA) - Dopo un passaggio in asta di volatilità, Rcs è rientrata alle normali contrattazioni di Piazza Affari con un rialzo del 9% a 1,33 euro. Forti gli scambi: al momento sono passate di mano oltre tre milioni di azioni contro i 2,3 milioni dell'intera seduta di venerdì, quando Rcs ha segnato balzo del 18%. C'é attesa per le scelte dei grandi azionisti sull'aumento di capitale, il nuovo piano industriale del gruppo, oltre all'ipotesi che qualche socio si stia riposizionando.

2- RCS, JOVANE PUNTA SUI LIBRI. MA SARÀ CENTRALE L'AUMENTO
Gian Maria De Francesco per "il Giornale"

Domenica di lavoro in casa Rcs. Per quasi cinque ore a partire da mezzogiorno consiglieri e soci della casa editrice si sono riuniti con il presidente Angelo Provasoli e con l'ad Pietro Scott Jovane che li ha aggiornati sullo stato di avanzamento dei lavori per il nuovo piano industriale che sarà presentato il 19 dicembre.

I contorni, ormai, sono abbastanza definiti, ma le limature saranno importanti. Ecco perché il brainstorming di ieri, che probabilmente non sarà l'unico a svolgersi di domenica, è servito a coinvolgere nel discorso anche coloro che, per motivi di lavoro, non sempre hanno potuto essere sul pezzo come Fulvio Conti (ad di Enel) e Giuseppe Vita (presidente di Unicredit). Assente giustificato invece Carlo Pesenti.

Il primo punto all'attenzione dei partecipanti, contrariamente alla vulgata, è stato la definizione dell'aumento di capitale. La base di partenza è 400 milioni di euro, cifra necessaria a ripianare i 380 milioni di perdite dei primi nove mesi del 2012 e a rendere più «digeribile» un indebitamento finanziario che si è ridotto a quota 875 milioni solo grazie alla cessione della francese Flammarion. È chiaro che i grandi soci (Mediobanca e Fiat in testa) vogliono valutare contenuti e alternative prima di impegnarsi. Ma è altrettanto chiaro che dall'entità dell'aumento dipenderanno una serie di azioni «derivate».

In primo luogo, gli esuberi che dovrebbero essere almeno 500 (100 giornalisti e gli altri 400 tra gli impiegati e la controllata spagnola Unidad Editorial) e, in seconda istanza, la ridefinizione del perimetro aziendale che dovrebbe portare a un forte ridimensionamento dei Periodici con la chiusura di alcune testate settimanali (a rischio sarebbe l'economico Il Mondo). In terzo luogo, la «digitalizzazione» - con il trasferimento di alcuni contenuti su Internet - è funzionale alla disponibilità di risorse da investire. Non escluse invece la dismissione di Unidad e di parte dell'immobile di Via Solferino.

Al momento, i capisaldi della Rcs del futuro sono due: i Quotidiani e i Libri e non è un caso che alla guida della divisioni che comprende Corriere e Gazzetta sia arrivato Alessandro Bompieri, capo dei Libri. La razionalizzazione più forte dovrebbe essere effettuata condividendo i centri stampa (soprattutto al Nord) con La Stampa e anche con Il Sole. Molto improbabile, invece, la creazione di una superconcessionaria pubblicitaria con i gruppi partner. Altrettanto difficile sarà far «dimagrire» l'organico di Via Solferino: il cdr del Corriere non accetterà uno stato di crisi perché Rcs Quotidiani è in attivo, a differenza della casa madre.

 

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