DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Attilio Barbieri per Libero Quotidiano
L' euforia esplosa a cavallo dell' ultimo Natale è giusto un ricordo sbiadito. Altro che crisi alle spalle. Come crescita del Pil, il Prodotto interno lordo, siamo ultimi in Europa, battuti soltanto dalla Gran Bretagna che però ha ben più d' un piede fuori dall' Unione. E a gennaio i ricavi dichiarati dalle catene della grande distribuzione sono in caduta libera.
Come se non bastassero queste pessime notizie sul fronte congiunturale, arriva l' annuncio di Danièle Nouy, la grande capa della Vigilanza unica della Bce a fare terra bruciata del residuo ottimismo. La stretta sulle sofferenze bancarie congelata a gennaio, arriverà entro il prossimo mese di marzo, con l' Addendum sui Non performing loans (i crediti deteriorati).
Ma andiamo con ordine. A spegnere gli entusiasmi coi quali il governo cerca di puntellare una campagna elettorale sempre più in salita ci ha pensato innanzitutto il commissario europeo Pierre Moscovici che ieri, commentando l' aggiornamento delle previsioni stilate dall' Eurogoverno, ha certificato sì un miglioramento delle nostre prospettive di crescita, con il Pil visto in aumento all' 1,5% nel 2018. Ma ha puntualizzato che la velocità con cui cresciamo è la più bassa sia di Eurolandia sia dell' intera Unione europea. Siamo davvero il fanalino di coda.
RISCHI AL RIBASSO
Il documento diffuso dalla Commissione segnala «rischi al ribasso» legati al «tuttora fragile stato del settore bancario italiano». «La sola cosa che si aspettiamo dall' Italia», ha puntualizzato Moscovici, «è che mantenga il suo posto al centro dell' Eurozona e faccia di tutto per ritrovare livelli di crescita più elevati».
Peggior risveglio non poteva esserci dopo il peana intonato dal ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan sui risultati delle riforme. Abbiamo accelerato rispetto alle previsioni, ma siamo stati capaci di aumentare il ritmo della corsa quando l' euro si è indebolito. Salvo perdere colpi non appena la moneta unica è tornata a rafforzarsi sul dollaro.
La Germania ci considera oramai talmente poco che la cancelliera Angela Merkel, ieri, non ha ricevuto il premier Gentiloni, volato a Berlino per un vertice bilaterale. A prendere ordini dal vero capo d' Europa in vista delle elezioni, si diceva. Nulla di fatto, faccia a faccia rinviato al 15 febbraio, per gli impegni della cancelliera nella formazione del nuovo governo.
Ma i dati che preoccupano di più sono soprattutto quelli sui consumi. Contrariamente alle previsioni più recenti, le vendite al dettaglio lo scorso mese di dicembre non sono cresciute. Sono calate. Dello 0,1% in valore e dello 0,9 in volume rispetto a dodici mesi prima. Il boom registrato nella settimana di Natale, con un inatteso +15,6% nella grande distribuzione, era frutto di un' illusione statistica legata alla non omogeneità di calendario fra i periodi confrontati.
Nel 2017 la domenica 24 dicembre ha offerto un giorno in più di shopping, in tutto sette su sette nella settimana, mentre nel 2016 il Natale cadeva di domenica e dunque i giorni per far compere erano soltanto sei. A ristabilire la realtà fra i banconi dei supermarket ci ha pensato la Nielsen che due giorni fa ha diffuso i dati sul mese di gennaio. Il fatturato di iper e supermercati, nel primo mese dell' anno, è sprofondato del 6% rispetto allo stesso mese 2017, che già non era stato particolarmente brillante. Il calo medio a livello nazionale è del 6%, con punte del 7,4% al Sud.
Smentitissime, oltre a quelle di Padoan, pure le previsioni di Coop Italia che preconizzava un 2018 «più roseo del previsto».
VIGILANZA BCE ALL' OPERA
Il colpo di grazia alle residue speranze per l' accelerata italiana potrebbe arrivare dalla decisione annuciata ieri da Danièle Nouy. La versione definitiva dell' Addendum sulle sofferenze sarà pubblicata a marzo e «quindi le banche dovrebbero prepararsi per questo», ha fatto sapere la numero uno della Vigilanza bancaria della Bce. In sostanza una stretta sui prestiti dubbi, destinata a provocare in Italia una nuova stretta creditizia. Meno soldi in giro, più bassa propensione agli investimenti e alle spese.
E ha pari il ministro Padoan a puntualizzare, come ha fatto ieri in una nota, che «la Commissione europea rinnova la fiducia sullo stato di salute dell' economia italiana e per il 2018 rivede al rialzo la stima di crescita del Pil portandola dall' 1,2% all' 1,5%». La ripresa che rischia di spegnersi, in realtà non l' aveva vista nessuno.
Men che meno i nostri consumatori.
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