renzi de luca

RENZI “SALVA” DE LUCA PRENDENDO TEMPO SULLA SEVERINO. COME? CHIEDENDO “PARERI” A MINISTRI E AVVOCATURA DELLO STATO - E COSÌ LUNEDÌ PROSSIMO SI INSEDIERÀ INSIEME AL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Carlo Tarallo per Dagospia

 

VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZIVINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

Matteo Renzi “salva” Vincenzo De Luca dalla tagliola della legge Severino nel modo più semplice: prendendo tempo. Ovvero, rispettando la stessa legge ma sfruttandone le lacune, a partire dall’iter burocratico per arrivare alla sospensione: la Severino non ne stabilisce i tempi. E così, ieri sera, a margine del consiglio dei Ministri, Matteuccio ha lanciato il tanto atteso ciambellone di salvataggio allo “sceicco” di Salerno, che lunedì prossimo si insedierà insieme al nuovo consiglio regionale della Campania.

 

“La presidenza - ha spiegato ieri sera Renzi - ha richiesto formalmente ai ministri competenti un parere sulla vicenda del governatore della Campania. E' nostro intendimento procedere alla sospensione come previsto dalla legge Severino: stiamo attendendo il parere dei ministri e che l’avvocatura dello Stato ci spieghi come questa procedura si deve svolgere, in considerazione del fatto che è un provvedimento inedito. Per la prima volta si applica non già a una figura istituzionale in carica ma a una figura istituzionale che deve essere proclamata e che deve entrare in carica”.

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

Dunque, De Luca (per ora) è salvo: potrà insediarsi a Palazzo Santa Lucia, nominare la giunta regionale e il vicepresidente che prenderà il suo posto durante il periodo di sospensione. Nel frattempo, il carteggio relativo alla sospensione del nuovo presidente della Regione Campania saltellerà tra varie scrivanie, come prevede la procedura.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

Ecco il testo dell’articolo 8 (comma 4) della Legge Severino relativo ai presidenti di Regione colpiti da una condanna: “A cura della cancelleria del tribunale o della segreteria del pubblico ministero i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione ai sensi del comma 1 sono comunicati al prefetto del capoluogo della Regione che ne da’ immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri il quale, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministro dell’interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione. Tale provvedimento è notificato, a cura del prefetto del capoluogo della Regione, al competente consiglio regionale per l’adozione dei conseguenti adempimenti di legge”.

 

Il ministro degli Affari Regionali è attualmente lo stesso Renzi, ad interim. Ma la novità introdotta dal premier è il ricorso all’Avvocatura dello Stato: “Abbiamo chiesto formalmente di conoscere la procedura prevista, e nelle prossime ore immaginiamo di procedere rispettando la legge e la procedura che ci verrà proposta. La norma lascia uno spazio interpretativo.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

Non prevede - ha aggiunto il premier - quando deve essere sospeso il presidente risultato eletto che non era nel suo incarico quando è colpito dalla Severino. Per questo ho chiesto una specifica tecnica, ci sono interessi di tipo ordinamentale e costituzionale, fermo restando che la legge vale per tutti, compreso De Luca”. Quando tutti i pareri saranno arrivati sulla scrivania di Renzi, dunque, De Luca (forse) sarà sospeso. Già, forse: c’è anche chi, nel Pd, pensa che alla fine lo “sceicco” la farà totalmente franca.

 

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

E’ imminente infatti la decisione del Tribunale di Napoli sul ricorso ex articolo 700 presentato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, anche lui a rischio-Severino. De Magistris, come anche De Luca quando era ancora sindaco di Salerno, aveva ottenuto la sospensione dell’applicazione della Severino dal Tar, che  aveva anche inviato gli atti alla Corte Costituzionale perchè i legali dell’ex pm avevano ventilato l’incostituzionalità della norma, rilievo accolto dai giudici amministrativi. La decisione della Consulta è attesa per ottobre prossimo, ma se il Tribunale ordinario dovesse dare ragione al sindaco di Napoli per De Luca la strada sarebbe ancora più in discesa.