TORNA IL PATONZA? RIECCO SAVIANO! - “IL RITORNO DI BERLUSCONI È ANCHE FONDATO SUL FATTO CHE UNA PARTE DEL VOTO IN ITALIA LO PUOI COMPRARE. E SE PRIMA UN VOTO COSTAVA 50-80 €, IL RISCHIO E’ CHE OGGI COSTI MOLTO MENO” - IL GOMORROIDE AZZANNA DE MAGISTRIS SULLA FAIDA DI SCAMPIA: “SE NE SONO FREGATI TUTTI, IL SINDACO DI NAPOLI IERI È ANDATO IN TELEVISIONE A PARLARE DI ALTRO”…

PDL - ROBERTO SAVIANO A RADIO 24: "PDL IRRESPONSABILE, RITORNO DI BERLUSCONI FONDATO SULLA POSSIBILE COMPRAVENDITA DEI VOTI" - "LA POLITICA? LA VEDO CON SOFFERENZA. ANCHE DE MAGISTRIS, ANZICHE' DI SCAMPIA, IN TV IERI PARLAVA D'ALTRO" - E RILANCIA: "NO ALLA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO MA PENSIAMO A LEGALIZZARE LA DROGA"

"Il ritorno di Berlusconi è anche fondato sul fatto che una parte del voto in Italia lo puoi comprare". Questa l'accusa dura di Roberto Saviano, ospite oggi a "24 Mattino" su Radio 24, sulla possibile ricandidatura a premier di Silvio Berlusconi. "Se ci sono tante astensioni - ha detto Saviano - significa che non è vero che l'indignazione ha portato a un voto di protesta o cosciente o che comunque un voto non lo vuoi più vendere. C'è il rischio assoluto che la macchina del voto di scambio torni e con la crisi economica valga la metà.

Se un voto lo compravi a 50-80 euro o facendo la spesa alla famiglia, il rischio terribile è che oggi costi tutto meno e quindi con un investimento minimo hai un voto di scambio, e nel decreto anti-corruzione non ci sono strumenti per fermare questa cosa. L'emergenza è gigantesca". Saviano è stato durissimo anche sulla posizione del Pdl: "Non mi aspettavo una tale irresponsabilità in un momento così delicato da parte del Pdl.

Momento delicato non nel senso della crisi economica, ma per la guerra a Napoli, la chiusura del processo 'Infinito' a Milano contro la 'ndrangheta. E' davvero una irresponsabilità criminale e con criminale intendo che non si sta guardando a questi poteri che sicuramente ne approfittano". - e ha proseguito a Radio 24 - "Purtroppo le battaglie alle organizzazioni criminali si fanno quando ci sono omicidi eccellenti. Con l'ultimo terribile omicidio a Scampia era tornata una centralità del tema che doveva creare una responsabilità, invece se ne sono ancora una volta fregati tutti. Nessuno ha voluto parlare di questo argomento.

Non l'ha voluto fare neanche il sindaco di Napoli che ieri è andato in televisione a parlare di altro. La politica personalmente in questo momento la vedo con sofferenza". Saviano però ha negato di voler scendere in politica: "Anche l'espressione ‘scendere' mi ha molto inquietato, avevo forse l'idea un po' intellettuale in politica dove al massimo si sale, e non sento di avere la forza di salire in politica, nel senso che sento di non essere capace di fare una cosa del genere".

Saviano ha rilanciato, alla luce dell'ultimo omicidio a Scampia, l'idea di legalizzare le droghe per combattere la criminalità organizzata: "Il mio obiettivo è incominciare a riflettere su questo perché ancor prima della riflessione morale sulla legalizzazione, c'è un'urgenza di come si fa a fermare questa enorme quantità di denaro generata dal narcotraffico?

Il primo pensiero è che l'unico elemento che può mettere in ginocchio l'organizzazione è la legalizzazione. Mi rendo conto che ciò apre una serie infinita di altro tipo di dibattiti, ma in questo momento quello che mi preme non è la riflessione morale, ma è un mero calcolo economico. Certo lo Stato si deve interrogare sulle implicazioni morali. ma mi piacerebbe che si iniziasse a parlare di legalizzazione, perché questo comporterebbe lo studio del potere economico reale delle mafie. Iniziamo con un approccio laico alla questione, iniziamo a parlarne".

Saviano ha infine respinto ancora una volta l'idea della militarizzazione del territorio: "Ho vissuto molte volte questo dilemma. Quando ci fu l'esplosione dello stragismo casalese con il gruppo Setola arrivarono i paracadutisti. Nel mondo viene affrontato così, per esempio la militarizzazione delle aree del Messico. Più che essere contrario penso che non sia sufficiente. Rischia di essere l'unica soluzione, quella più facile. Militarizzi, blocchi le strade, le organizzazioni al massimo sospendono le loro attività.

Si sta più tranquilli, ma per poco tempo ed è una tranquillità appunto militare che dall'altra parte presuppone un'organizzazione che si riassesta, raccoglie armi, disloca altrove il suo potere. Diciamo che la presenza dell'esercito è necessaria a condizione che protegga un progetto, ad esempio sostituisce la polizia che a quel punto può indagare di più sui grandi traffici; ma mandare come un'emergenza per qualche settimana o qualche mese davvero non risolve nulla".

Infine Saviano ha parlato del pericolo ancora concreto che sta vivendo: "E' iniziato il processo alle persone considerate responsabili delle minacce e spero possa servire a porre un inizio della fine di questa mia condizione, quello che mi sembra un ‘fine pena mai'. Mi sembra che ci sia questo sul mio destino, ma voglio credere in qualcosa di diverso e che anche io possa uscirne. Il meccanismo di odio che hanno i clan non è un meccanismo semplice perché loro non hanno paura di quello che ho svelato. Hanno paura della luce che è stata accesa, delle persone che in questo momento stanno ascoltando e in questo momento ne parleranno ai figli, agli amici, al bar, ovunque. Di questo hanno paura, che questo diventi tema di tutti e non di specialisti".

 

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