“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodoli
Addio stipendi d' oro a Viale Mazzini. Il Senato (all' unanimità, 237 voti, meno uno, Endrizzi del Movimento 5 Stelle in polemica con i dem: «Passano la paletta dove noi abbiamo indicato di pulire») ha approvato l' emendamento Cociancich (Pd) al ddl sull' editoria che impone anche alla Rai il tetto di 240.000 euro per le retribuzioni.
E stavolta non c'è emissione di bond che tenga, nel provvedimento viene proprio specificato. Il calmiere vale per amministratori, dipendenti e consulenti della tv pubblica, alti vertici compresi. Oggi Palazzo Madama approverà il testo completo, che poi andrà alla Camera dove il passaggio è dato per scontato. La legge potrebbe entrare in vigore già da fine ottobre. «È la fine del Bengodi», esulta il leghista Roberto Calderoli.
campo dall orto monica maggioni rosy bindi
Il taglio non sarà retroattivo, nel senso che a nessuno verranno richiesti arretrati. Ma immediatamente operativo, sostengono al ministero dell'Economia. «La norma è imperativa e vale da subito, così almeno noi la intendiamo», spiega il senatore del Pd Francesco Verducci. «Servirà a ridare credibilità alla Rai». La volontà del governo era ferma. «Altrimenti provvederemo noi nella legge di Stabilità», aveva intimato il sottosegretario Antonello Giacomelli.
Dunque a breve anche per l' ad Antonio Campo Dall' Orto (che prende 650.000 euro) e per la presidente Monica Maggioni (336.000) e 39 dirigenti che sforano i 240.000, tra cui i direttori di Rai2, Ilaria Dallatana, e Rai3, Daria Bignardi (sui 300.000) la busta paga dovrà adeguarsi. Proprio ieri il cda della Rai ha avviato il percorso di autoregolamentazione, proponendo un tetto di 240.000 euro più una indennità di massimo il 30% per i contratti non oltre i 3 anni.
Dopo l' ok del Senato girava voce che Campo Dall' Orto fosse prossimo alle dimissioni. «Ovviamente non è vero», spiega sereno lo stesso ad della Rai. «Quello che il Parlamento sta discutendo noi lo stiamo già facendo: con le ultime quattro nomine editoriali, Tg2, Tg3, Rai Parlamento e Giornale radio, ci siamo tenuti entro i 230.000 euro. L' ho detto già in Vigilanza, siamo sempre stati disponibili ad accettare la regolamentazione, se dovrò ridurre anche il mio stipendio non avrò nessun problema».
Qualche dubbio giuridico lo ha Franco Siddi, consigliere di maggioranza: «Bene il tetto, ma la norma secca rischia di creare disparità di trattamento e di non garantire qualità e competitività. Rischiamo parecchi contenziosi». Provoca l' onorevole dem Michele Anzaldi: «I vertici Rai ci stupiscano, anticipino la legge e gli stipendi se li taglino subito».
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