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    SGARBI, "BATTI" LEI - “GIOCO A TENNIS CON I MOCASSINI. SEMBRO FANTOZZI? ME NE VANTO” – IL CRITICO SPIEGA IL SUO LOOK SULLA TERRA ROSSA DI MILANO MARITTIMA CHE HA PROVOCATO MIGLIAIA DI COMMENTI IN RETE: “ODIO LE SCARPE DA TENNIS, I POLITICI E GLI ACCADEMICI NON DOVREBBERO INDOSSARLE. A PARTE PANATTA, TIFO DJOKOVIC. HO DIFESO IL SUO PUNTO DI VISTA SUI VACCINI. LO STESSO PRESIDENTE SERBO MI TELEFONÒ PER RINGRAZIARMI: SONO DIVENTATO UN IDOLO IN SERBIA”


     
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    Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”

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    Onorevole: i mocassini!

    «Ma sono o non sono Vittorio Sgarbi? Gioco a tennis anche con i mocassini».

     

    Diciamo che questa volta lei è «sceso in campo» a modo suo?

    «In un campo da tennis, quello del Vip Master di Milano Marittima. E il fatto che io abbia giocato con i mocassini ha suscitato migliaia di commenti in rete. Mi hanno paragonato a Fantozzi, per dire.Ma non c'era niente di studiato, giuro».

     

    Non a caso hanno inventato le «scarpe da tennis».

    «Va bene, la racconto tutta. Io a quella gara non ci dovevo andare, avevo in programma una data del mio spettacolo su Caravaggio e Pasolini in Versilia. Ma poi un incendio ha scombussolato tutti i piani. Così mi hanno messo su una macchina e mi hanno portato a Milano Marittima, dove da anni Mario e Patrick Baldassari organizzano questa manifestazione. Il punto è che io non gioco a tennis da quando avevo i calzoni corti, sono un dilettante».

     

    Dunque, l'hanno presa alla sprovvista?

    «Pensavo di dover far parte della giuria o di avere un qualche ruolo fuori dagli spalti. Poi, all'ultimo momento, mi hanno messo una racchetta in mano».

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    E si è ritrovato in gara?

    «Precisamente. Mi hanno portato in una stanza per cambiarmi, ma io non avevo nulla dietro. Dunque, bene per la maglietta e i pantaloncini, ma le scarpe da tennis che mi hanno procurato al volo le ho rifiutate».

     

    Dandismo esasperato?

    «Mi andavano strette. Da quando ho avuto il cancro mi si sono gonfiati i piedi e porto il numero 45. Quelle erano un 43 e col cavolo che mi sottopongo a un'ora di tennis con le scarpe strette. Così ho scelto di tenere i mocassini, chissenefrega».

     

    L'effetto Fantozzi non l'ha fatta desistere?

    «Odio le scarpe da tennis».

     

    Sempre?

    «Di certo fuori dal campo. I politici e gli accademici non dovrebbero indossarle. Poi, naturalmente, se si fa sport è del tutto plausibile metterle».

    VITTORIO SGARBI GIOCA A TENNIS VITTORIO SGARBI GIOCA A TENNIS

     

    Su Facebook in tanti hanno riproposto spezzoni della storica partita di tennis di Fantozzi, film del '75, quella del «ragioniere, che fa? Batti?»

    «Meraviglioso. Un vanto».

     

    Come se non bastassero i mocassini, lei portava anche i calzini arrotolati. Sgarbi, dica la verità: c'era un po' di snobismo in questa decisione, vero?

    «Non c'era l'intenzione ma è del tutto plausibile che Sgarbi giochi con i mocassini. E poi ha visto chi c'era? Valeria Marini, Giuseppe Cruciani, Anna Falchi. Mi sono difeso con onore e su Facebook ho anche commentato con un "E Djokovic muto!"».

     

    Per una volta i commenti di simpatia nei suoi confronti sono stati più degli insulti. Che effetto le fa?

    «Le confesso una cosa, ma non lo dica a nessuno: so di avere qualcosa come due milioni di follower sui social ma io non apro mai né Facebook né Instagram. Detto a chi si occupa di queste cose e le frasi sono mie, ma mica posso mettermi a leggere tutto quello che si dice di me? Però stavolta mi hanno detto che in tanti hanno applaudito alla singolare eleganza».

     

    Ma non è scomodo giocare con i mocassini?

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    «Più che altro tutti temevano una mia caduta. Negli anni sono diventato più fragile, sono caduto altre volte ma questa volta mi sono difeso.

     

    Un grande scrittore, David Foster Wallace, ha accostato il tennis a un'esperienza religiosa. Il santino che terrebbe sul comodino?

    «A parte Panatta, che è stato importantissimo per me, dico Novak Djokovic. Tutti sanno che io non sono contro i vaccini, però in alcune occasioni ho difeso il suo punto di vista. Lo stesso presidente serbo mi telefonò per ringraziarmi: con questo sono diventato un idolo in Serbia».

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