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Stefano Scacchi per "La Repubblica"
Da una partita degli Allievi Nazionali a un posticipo a San Siro in Serie A. Un portiere di Seconda categoria emulato da un Campione del Mondo e d'Europa. Da Costantino Marini a Pepe Reina. Ci sono voluti sette anni per unire storie diversissime e trovare un successore al giovanissimo estremo difensore della Reggiana che, il 12 marzo 2006, respinse l'ultimo rigore di Mario Balotelli allora al Lumezzane.
Da allora il centravanti azzurro cominciò ad andare sul dischetto come un pistolero che, con una rincorsa brevissima e una mezza finta, non lasciava scampo alle sue vittime. Prima i rigori nella Primavera dell'Inter (il più famoso in una finale scudetto) poi 21 esecuzioni su 21 da professionista.
Pareva un destino ineluttabile: impossibile respingere quella conclusione perché Balotelli approccia la massima punizione senza un briciolo di emozione, con una freddezza che gli permette di osservare fino all'ultimo secondo utile il movimento dell'avversario. Questo copione è finito al 15' del secondo tempo di ieri sera.
Quando Pepe Reina ha deciso di imitare Costantino Marini pensando che in fondo non esiste nulla di scritto per sempre. Lo showman della Spagna campione di tutto ha allungato a destra il suo metro e 88 riuscendo a intuire quello che nessun collega finora aveva immaginato.
A quel punto la presa è diventata facilissima perché il pensiero arriva prima di ogni gesto atletico. «Tutti i portieri cercano di vedere come calcia Mario - dice lo spagnolo - sono stato fortunato ». Il flash della parata di Pepe Reina in pochi secondi è diventata un'istantanea planetaria. Nello stesso momento Costantino Marini, ora portiere dell'Albinea e catechista in parrocchia, era fuori con gli amici e ha iniziato a ricevere decine di sms. Il primo del fratello: «Hai perso il record».
Come in ogni romanzo, i fili si intrecciano: «Sono contento che sia stato proprio un portiere del Napoli a togliermi questo primato perché è la mia squadra del cuore. Sarebbe un sogno incontrare Reina e avere la sua maglia. Un po' me lo deve...» sorride Costantino.
Invece, da quel momento, Mario ha iniziato a sentirsi come un supereroe frustrato dalla perdita del suo potere principale. Nemmeno il gol nel finale lo ha placato e, dopo il triplice fischio, ha ceduto a uno dei suoi raptus: proteste ed espulsione con i compagni costretti ad arginarne la furia nei confronti dell'arbitro Banti. Aveva fatto meno male in un Lumezzane- Reggiana Allievi, quando non c'erano gli occhi del mondo a stupirsi per un rigore sbagliato.
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