FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
Giulia Zonca per "La Stampa"
Il silenzio stavolta è arrivato molto prima dello sparo. I 100 metri mondiali, l'avvenimento sportivo più atteso dell'anno, dovevano essere una sfida assoluta, un concentrato di velocità e rivincite in una stagione che in teoria aveva tre pretendenti al titolo. Ne è rimasto uno, Usain Bolt. L'uomo che resta senza rivali, solo che stavolta non è merito suo.
Il primo a uscire dalla griglia di partenza è stato il suo compagno di allenamenti, il campione in carica Yohan Blake. L'erede non si è mai fatto vedere in questa stagione. Problemi muscolari, allenamenti saltati e meeting cancellati: ha una wild card per cui può anche decidere di presentarsi all'improvviso ma dal suo clan fanno sapere che il ragazzo ha bisogno di riposo.
Lui twitta sulle gare di cricket, la sua grande passione, e sta al coperto. Non ha un passato modello: nel 2009 ha rimediato una sospensione di tre mesi, verdetto controverso perché la sostanza assunta allora non era sulla lista proibita, ma rientrava comunque in un elenco al confine del lecito. Quattro anni fa non si allenava con Bolt e con il guru della corsa Glenn Mills, su di lui qualche dubbio però c'è stato e la lunga sparizione non aiuta.
Il tempo più veloce del 2013 è di Tyson Gay, un 9"75 cancellato per doping, probabilmente steroidi. Era il più in forma, i 100 di Mosca potevano essere il suo riscatto e si sono già trasformati in un rimpianto. Passiamo al secondo classificato, Nesta Carter, altro velocista in ombra nonostante il suo 9"87. Ufficiosamente è tra i 5 giamaicani trovati positivi, è l'unico che non ha confermato, né smentito. Resta in bilico in attesa di chiarimenti.
Avanti il terzo, si fa per dire perché si arriva al 9"88 di Asafa Powell che era in difficoltà ancor prima di essere beccato: non si è neppure qualificato per Mosca. Settimo ai trials è miracolosamente rinato a Losanna per il meeting del 4 luglio. Forse l'ultimo della carriera.
Si scivola alla quarta posizione e non c'è tregua neanche lì visto che il cronometro 9"89 appartiene a Justin Gatlin. Per chi crede nelle seconde possibilità , rinato dopo cinque anni di squalifica e già premiato con il bronzo olimpico a Londra. Per chi è convinto che farsi di steroidi sia una strada senza ritorno, un ex in cui non si può più avere fiducia.
Al tempo 9"91 risponde l'inglese James Dasalou, faccia nuova dello sprint. Un po' di ossigeno che porta dritto a Usain Bolt, quest'anno fermo a 9"94, sotto la media ma in questo periodo mostrare segni di umanità non è poi tanto male. Usain dice che è pulito e pronto per un altro record: credergli è l'ultima risorsa dell'atletica. Se cade anche lui smantellano la pista.
Settima piazza per il francese Jimmy Vicaut (9"95), che ha superato il più quotato Lemaitre agli ultimi campionati nazionali. Per chiudere Mike Rodgers, ultima corsia ed ennesimo curriculum macchiato: 9"96 di qualifica e 9 mesi di squalifica. Ai vostri posti e che il più integro, pardon, il meno compromesso, tagli il traguardo.
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