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UN CROCIFISSO IMMERSO NELL’URINA, GLI APOSTOLI IN VERSIONE SADO-MASO-FETISH-DRAG QUEEN, I GHIACCIOLI AL VINO CONSACRATO CHE MOSTRANO CRISTO CROCIFISSO, KEN IN VERSIONE GESÙ SULLA CROCE, UN FALLO ROSSO ATTACCATO AL CROCIFISSO, UNA STATUA DI GESÙ CON LE ORECCHIE DI TOPOLINO, UN CROCIFISSO BRULICANTE DI FORMICHE, ECCETERA

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Party Favors per http://www.thedailybeast.com/

 

Al giorno d’oggi non si può incolpare una persona per il semplice fatto che veda il Natale come sinonimo di cibo e regali. Ma resta il fatto che il Natale è, almeno nel suo significato originario, la celebrazione della nascita di Cristo (ricordate?). E, da punto di vista religioso, la figura di Gesù è un pilastro della storia dell’arte. Sebbene sia stato rappresentato più o meno nella stessa maniera nel corso di millenni, tanti artisti contemporanei hanno reinterpretato in maniera più libera (alcuni dicono stravagante) il tema. Ecco alcune controverse rappresentazioni di Gesù Cristo in alternativa alle più tradizionali scene di natività.

 

1. ANDREAS SERRANO, PISS CHRIST (1987)

 

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La fotografia di Gesù crocifisso immerso nell’urina dell’artista è diventata un’icona. La storia di questa opera è molto controversa: nel 1997, mentre era in mostra alla National Gallery dello stato di Victoria, Australia, “Piss Christ” venne rimosso dalla parete, preso a calci e mazzate dopo che l’arcivescovo cattolico del posto non ottenne dal tribunale il divieto di esporre l’opera. Nel 2011, quando la Collezione Lambert ad Avignone esibì l’opera, i dipendenti vennero minacciati di morte e il quadro venne ancora una volta preso a martellate. Più recentemente, in Corsica, i protestanti hanno preso d’assalto il museo dove “Piss Christ” era esposto.

 

2. DAVID WOJNAROWICZ, A FIRE IN MY BELL (1987)

 

Nello stesso anno in cui Serrano fece il “Piss Christ”, David Wojnarowicz presentò la pellicola “A Fire in My Belly”, girata in 8 mm. In una scena del film, un’indagine sulla risposta della società al problema dell’AIDS, compare un crocifisso sopra il quale brulicano numerose formiche. Nel 2010 la Lega Cattolica americana definì l’opera “incitamento all’odio” e i membri repubblicani del Congresso lo giudicarono uno spreco di denaro pubblico. Il film fu rimosso parecchi mesi prima della fine della mostra di cui faceva parte.

 

3. MARIANELA PERELLI E POOL PAOLINI, KEN JESUS CHRIST (2014)

 

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Gli artisti argentini Marianela Perelli e Pool Paolini hanno causato una rivolta pubblicando, pochi mesi fa, la serie “Barbie: la Religione di Plastica”, che comprende 33 sculture che ripropongono Barbie e Ken come icone sacre. Ken in versione Gesù Cristo sulla croce, in particolare, non è stato accettato molto bene: l’opera doveva essere esposta alla POPA Gallery di Buenos Aires lo scorso ottobre. Ma l’artista venne minacciato da alcuni gruppi cattolici argentini, e il direttore della galleria, Marcelo Bosco, decise di cancellare l’evento per motivi di sicurezza.

 

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4. SEBASTIAN ERRAZURIZ, CHRISTIAN POPSICLES (2012)

 

Durante la settimana del Design di New York, nel 2012, la galleria R’Pure organizzò l’esposizione “Love It or Leave It”. L’artista cileno Sebastian Errazuriz creò per l’occasione 100 ghiaccioli di vino consacrato, che furono utilizzati sia come opera d’arte sia durante il rinfresco della mostra. Per renderli ancora più autentici, i ghiaccioli vennero fatti entrare di nascosto in una chiesa (dentro un frigorifero portatile) e presero la benedizione del parroco durante l’eucarestia. I bastoncini del ghiacciolo mostrano Gesù Cristo crocifisso. L’opera, pensata contro il fanatismo religioso, venne aspramente criticata dalla Lega Cattolica americana, che definì Errazuriz “un bigotto, un ipocrita e un artista da quattro soldi”.

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5. ELISABETH OHLSON WALLIN, LAST SUPPER (1998)

 

L’artista creò la sua versione fotografica dell’Ultima Cena - con Cristo in tacchi alti vestito da donna, gli apostoli in Cross-Dressing e costumi BDSM – per l’esibizione “Ecce Homo”, che presentava una rilettura alternativa dei passi biblici. Presentata inizialmente a Stoccolma nel 1998, la mostra ha poi girato per la Scandinavia e l’Europa fino al 2004. Sebbene creasse reazioni controverse ovunque andasse, l’opera fu accolta con particolare ostilità nell’Europa dell’Est: gli attivisti religiosi iniziarono a protestare per le strade a Belgrado (Serbia), e circa 2000 poliziotti furono stanziati per evitare l’esplodere della violenza durante la manifestazione. Il Patriarca Irinej, capo della chiesa Serbo-Ortodossa, definì l’opera “blasfema”.

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6. ELIAS GARCIA MARTINEZ, RESTAURATO DA CECILIA GIMENEZ, ECCE HOMO (CA. 1930/2012)

 

Nel 1930 Garcia Martinez dipinse questo affresco di Gesù con la corona di spine sul muro del Santuario della Misericordia, a Borja in Spagna. L’affresco si deteriorò con il passare degli anni e nel 2012, l’ottantenne artista amatoriale Cecilia Gimenez si cimentò in un restauro non autorizzato. Il risultato del “restauro” divenne virale e venne scherzosamente chiamato “Ecce Mono” e “Ecco Soldi”, dopo che un corrispondente della BBC lo paragonò ad uno “schizzo a matita di una scimmia molto pelosa che veste una tunica della taglia sbagliata”. Poi, nonostante lo sdegno generale, il restauro mal riuscito ha iniziato ad attrarre così tanti turisti da rilanciare l’economia del piccolo centro rurale di Borja.

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7. MIDEO CRUZ, POLETEISMO (2002-2011)

 

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L’istallazione di Mideo Cruz, “Politeismo”, include un fallo rosso attaccato al crocifisso e una statua di Gesù con le orecchie di Topolino. La televisione filippina ha definito l’opera “offensiva”, provocando lo sdegno della gente e minacce all’artista,  tanto che il museo delle Filippine in cui era ospitata ha sospeso l’esposizione.

 

8. AVDEY TER- OGANYAN, YOUNG ATHEIST (1998)

 

La performance di Ter-Oganyan consisteva nel distruggere con un’accetta una serie di icone ortodosse prodotte in serie. Incredibilmente, l’artista venne fermato e picchiato da altri artisti, che ritenevano il suo lavoro offensivo. Ter-Oganyan ha dovuto lasciare la Russia in seguito alla prospettiva di essere processato per “istigazione all’odio religioso”.

 

9. ALEXANDER KOSOLAPOV, THIS IS MY BLOOD (2001)

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Nel gennaio del 2003 il museo Andrei Sakharov di Mosca ha ospitato la mostra “Beware, Religion!”. L’artista partecipò con una serie di stampe che mescolavano pop art e immagini religiose. L’esposizione voleva sottolineare il ruolo prominente della religione nel dettare il gusto della gente in Russia. La mostra venne vandalizzata dagli ortodossi radicali con l’appoggio dello Stato, che accusò il direttore del museo di “istigazione all’odio religioso” provocandone il licenziamento.

 

10. DAVID MACH, JESUS CHRIST (2011)

 

Nel 2011 David Mach fece una scultura di fiammiferi che rappresentava la testa di Gesù. L’opera venne poi bruciata insieme ad un’altra scultura dello stesso tipo che rappresentava la testa del Diavolo. L’Istituto Cattolico scozzese definì il gesto “scioccante”.

 

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11. TIMOTHY SCHMALZ, HOMELESS JESUS (2013-24)

 

Anche se non rappresenta propriamente una critica al cristianesimo, l’opera di Schmalz è stata accolta in maniera controversa dal pubblico. L’opera in bronzo è stata esposta in Canada, Stati Uniti e Irlanda. Nonostante la scultura abbia ricevuto l’approvazione del Vaticano, gli abitanti delle città in cui è stata esposta l’hanno trovata stranamente realistica e quasi un insulto a Gesù Cristo.

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12. RONALD HARRISON, THE BLACK CHRIST (2007)

 

Ispirato da massacro di Sharpeville del 1960, l’opera vuole contestare sia l’apartheid che la credenza che Cristo fosse bianco. L’opera ritrae i volti di vari leader sud africani dell’epoca e, dopo la sua presentazione nel 1962, fu bandita dal paese.

 

13. COSIMO CAVALLARO, MY SWEET LORD (2007)

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Realizzato con oltre 90 chili di cioccolato al latte e alto circa 1.80 metri, l’opera rappresenta un Cristo disteso con le braccia aperte. L’opera fu rimossa dopo che un’associazione cattolica la definì “una rappresentazione disgustosa” e l’artista ricevette minacce di morte. La Lega Cattolica americana l’ha poi definito “uno dei peggiori attentati alla sensibilità cristiana di sempre”.