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UCCIDI IL PADRE! - DA MOZART A BECKHAM: QUANDO I FIGLI NON SEGUONO LE ORME DEI PAPA' - IL PRIMOGENITO DEL CAMPIONE INGLESE GLI HA CONFESSATO “SE NON SONO BRAVO COME TE, MEGLIO SMETTERE SUBITO COL CALCIO” - LE ECCEZIONI MALDINI E CAGNOTTO

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Vittorio Sabadin per “la Stampa”

BECKHAM CON I FIGLIBECKHAM CON I FIGLI

 

David Beckham ha il cuore infranto, scrivono i giornali inglesi. L’ex calciatore più ricco e più famoso del mondo ha scoperto quello che un padre non vorrebbe mai scoprire: i figli non hanno alcuna intenzione di seguire le sue orme e non vedono l’ora di lasciare gli allenamenti al centro giovanile dell’Arsenal per scegliere la vita e la carriera che preferiscono.

 

eva longoria con il figlio di beckhameva longoria con il figlio di beckham

È stato lo stesso Beckham a raccontare com’è andata: «Uno dei miei ragazzi mi ha avvicinato l’altro giorno e mi ha detto: “Papà, sai…, non sono sicuro di volere giocare a calcio tutto il tempo… Ogni volta che metto piede in campo sento che la gente dice - questo è il figlio di David Beckham -, e se non sono bravo come te allora non va bene”. Mi ha spezzato il cuore, ma gli ho risposto: “Ok, fermati subito qui. Gioca solo se vuoi giocare”».

 

Figura ingombrante

Beckham ha avuto tre figli maschi da sua moglie, l’ex Spice Girl Victoria Adams: Brooklyn di 16 anni, Romeo di 13 e Cruz di 10, ma non ha precisato quale dei tre abbia deciso di rinunciare al calcio. Brooklyn e Romeo erano considerati delle promesse, non solo per il cognome che portano: il primo era diventato titolare della formazione Under 18 dell’Arsenal, il secondo è stato mascotte dell’Inghilterra nella partita con la Svizzera.

PAUL McCARTNEY CON LA FIGLIAPAUL McCARTNEY CON LA FIGLIA

 

Ma è evidente che la frase «quello è il figlio di Beckham» veniva ripetuta spesso intorno a loro, e che l’ingombrante figura del padre li schiacciava ad ogni passaggio sbagliato e ad ogni tiro fuori dallo specchio della porta. Meglio dunque abbandonare e dedicarsi ad altro, visto che le occasioni non mancano.

 

Romeo è diventato una star internazionale dopo avere posato come modello per Burberry, e Brooklyn è comparso sulla copertina di Miss Vogue: dopo avere spezzato il cuore del padre, sembrano pronti a spezzare migliaia di cuori di ragazzine in ogni continente, grazie anche a un’attiva e seguitissima presenza sui social. Sono già famosi come i genitori, ogni porta si aprirà davanti a loro e non ci sono dunque ragioni perché debbano cercare di diventare qualcuno nell’altro vecchio modo, faticando negli allenamenti per conquistarsi un posto in squadra come un qualunque adolescente di provincia, e per giunta con l’ombra paterna perennemente sulle spalle. 
 

Il precedente di Mozart

PAOLO MALDINI CESARE MALDINIPAOLO MALDINI CESARE MALDINI

Mark Anchel, professore di psicologia dello sport nel Tennessee, ha avuto a che fare con molti figli di campioni famosi che si sono cimentati nello stesso sport. «Devono tutti affrontare – ha spiegato – un’enorme pressione, perché il mondo fin da subito ti guarda. Per alcuni è stimolante, ma per altri è devastante: c’è sempre l’aspettativa che se tuo padre era bravo, devi essere come lui». 

 

FEDERICO ZAMPAGLIONE COL PADRE FILOSOFOFEDERICO ZAMPAGLIONE COL PADRE FILOSOFO

Nel settore del cinema e delle canzonette avere un cognome famoso spesso aiuta a cominciare e a firmare contratti, ma in quasi tutti gli altri campi è raro che i figli seguano le orme dei genitori. Solo in Italia è stato calcolato che 360 mila piccole imprese familiari chiuderanno nei prossimi anni perché i figli hanno scelto altre strade, spaventati dalla fatica richiesta e dal confronto con i risultati ottenuti prima del loro arrivo al comando. Se poi si è figli di un genio della musica o della scienza, la partita è persa fin da subito. Nessuno dei figli di Einstein ha voluto diventare scienziato, perché mai avrebbe potuto fare meglio di lui.

 

MASSIMO NICCOLO AMMANITIMASSIMO NICCOLO AMMANITI

Uno dei figli di Mozart, Franz Xaver Wolfgang, ha provato a comporre musica, ma è stato schiacciato dal mito paterno persino dopo la morte. Sulla sua tomba, a Karlsbad in Germania, c’è un’iscrizione crudele, un severo monito a quanti hanno osato sfidare grandi genitori nel loro stesso campo: «Che il nome di suo padre – dice la lapide - sia anche il suo epitaffio».

 

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